la guerra in ucraina

Nessuna tregua per Natale. Kiev: ‘Torturati ragazzi e bambini’

Camere di detenzione a Kherson e Kharkiv dove venivano puniti giovanissimi. Putin annulla discorso al Parlamento

Una bara, una bandiera ucraina e una madre che piange (Keystone)
14 dicembre 2022
|

Un nuovo ritrovamento, in Ucraina, costringe ancora una volta a tenere lo sguardo puntato sugli orrori della guerra, che non si ferma. Non adesso e non a breve. Si tratta di camere di detenzione e di tortura per i prigionieri più giovani, ragazzi adolescenti e praticamente bambini, create a Kherson e a Kharkiv dai russi durante l’occupazione. La denuncia è del commissario per i diritti umani della Verkhovna Rada (il parlamento unicamerale ucraino) Dmitry Lubinets. E il suo commento non lascia spazio a dubbi: "Pensavo che il fondo fosse stato toccato a Bucha, a Irpin...".

La linea del Cremlino

È la barbarie della guerra senza soluzione di continuità, come è questo conflitto che non vedrà una tregua nemmeno per Natale o Capodanno. Semplicemente non è in agenda per il Cremlino, che attraverso il suo portavoce Dmitri Peskov ha fatto sapere: "No, nessuna proposta è stata ricevuta da nessuno e tale argomento non è all’ordine del giorno". Se lo aspettavano in molti questo gesto di buona volontà. E invece le posizioni restano granitiche, così come un intero inverno di combattimenti sembra ormai dato per scontato.

Kiev intravede spiragli ma non prima di primavera-estate, secondo Mykhailo Podolyak, consigliere dell’ufficio del presidente ucraino Zelensky, che ne ha parlato al canale tv Rbc. "La fine della guerra dipende da molti fattori: matematici, psicologici, psico-emotivi, di politica estera e politica interna, in particolare nel Paese aggressore", ha evidenziato. "Se parliamo di psicologia e matematica della guerra, allora la sua conclusione è la primavera-estate del prossimo anno", ha sottolineato. Un’indicazione a riguardo è stata chiesta anche a Washington, dove il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby, in un briefing con i giornalisti, ha risposto: "Tutti noi vorremmo che la guerra in Ucraina finisse oggi o all’inizio del prossimo anno. Ma da quello che vediamo sul terreno e dai combattimenti intensi che sono in corso è molto difficile che ciò accada".


Un palazzo bombardato dai russi nella periferia di Kiev (Keystone)

Putin arroccato

Vladimir Putin resta invece arroccato, e silente, al Cremlino: dopo la tradizionale conferenza stampa di fine d’anno e il ricevimento di Capodanno, pare che lo zar abbia cancellato anche il discorso sullo ‘stato della nazione’ che tiene ogni anno davanti al Parlamento e che era in programma il 27 dicembre. "E’ possibile" che si tenga nel 2023, si è limitato a commentare Peskov. Sul terreno intanto piovono ancora droni e ancora sulla capitale Kiev: tredici in tutto, e "tutti" abbattuti dalle difese aeree ucraine, ha assicurato Zelensky congratulandosi con "le nostre forze di difesa aerea. Ben fatto ragazzi. Sono orgoglioso!". Difesa che, secondo le indiscrezioni incessanti, si potrebbe ulteriormente rafforzare a breve grazie all’invio di Patriot americani. La Casa Bianca non ne ha ancora confermato la consegna, ma il Cremlino ha già fatto sapere che se effettivamente i sistemi Patriot venissero forniti alle forze ucraine, per Mosca diventerebbero semplicemente "obiettivi legittimi".

Le testimonianze

È la guerra si diceva, che continua a lasciare segni indelebili non solo sul terreno. Perché se la denuncia delle camere di tortura per ragazzi e bambini troverà ulteriori riscontri sarà un‘altra inquietante ’prima volta’. Stando alla ricostruzione dei fatti, effettuata grazie anche alle testimonianze della gente del posto, quella segnalata nella regione di Kherson veniva chiamata "la cella dei bambini" e altre vittime di torture nella stessa struttura erano consapevoli che i servizi segreti russi tenessero lì anche minori. Dietro quelle mura le sevizie erano fisiche - poca acqua e quasi niente cibo - ma anche psicologiche: ai bambini veniva detto che erano stati abbandonati dai loro genitori e che non sarebbero più tornati a casa. Lubinets ha raccontato la storia di un ragazzo di 14 anni che sarebbe stato arrestato e torturato solo per aver scattato una foto di attrezzature russe fuori uso. Poi a Kharkiv "ho visto personalmente due camere di tortura a Balakleya", ha detto ancora Lubinets, "erano una di fronte all’altra. Un ragazzo ci è rimasto 90 giorni. Ha raccontato di aver subito tagli con un coltello, di essere stato ustionato con metallo incandescente, lo hanno terrorizzato sparandogli sopra la testa".

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔