la guerra in ucraina

Biden pronto a parlare con Putin

Conferenza di pace a Parigi il 13 dicembre, l’annuncio durante la visita di Macron a Washington

Macron e Biden alla Casa Bianca (Keystone)
1 dicembre 2022
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Un’apertura verso un possibile negoziato di pace sull’Ucraina e alla possibilità di "parlare con Putin", qualche ipotetico correttivo ai sussidi Usa alle rinnovabili e una linea di compromesso sulla Cina. Nel loro incontro alla Casa Bianca, prima visita di stato dell’era Biden, Emmanuel Macron e il presidente americano hanno proiettato un’immagine di amicizia indiscussa, tra pacche sulle spalle e una convivialità abbracciata anche dalle due first lady, ma hanno discusso con franchezza le loro divergenze, come si conviene tra vecchi amici.

"Gli Stati Uniti non potrebbero chiedere un miglior partner con cui lavorare", ha esordito Joe Biden rendendo omaggio in francese ai principi di ‘liberté, égalité, fraternité’ mentre con la first lady Jill accoglieva i Macron nel South Lawn in pompa magna, tra 21 colpi di cannone, gli inni nazionali e la fanfara. "Il nostro destino comune è rispondere insieme alle sfide globali", gli ha risposto Macron. "Le nostre due nazioni sono sorelle nella loro lotta per la libertà", gli ha fatto eco Biden, sottolineando come il conflitto in Ucraina renda necessario che Stati Uniti e Francia "ritornino compagni d’armi". Dopo i convenevoli i due leader si sono chiusi nello studio Ovale per oltre tre ore discutendo tutti i dossier più spinosi trovando un’intesa su quelli dove c’erano più tensioni.

Aiuti a Kiev finché necessario

Ne è uscito un lunghissimo comunicato congiunto che fissa le posizioni comuni, a partire dalla Russia, con l’impegno a garantire aiuti a Kiev "finché necessario" senza imporre la pace e a perseguire i crimini di guerra di Mosca. Ma il leader francese, forse anche in vista di una conferenza internazionale di pace a Parigi il 13 dicembre svelata a sorpresa tra le righe del comunicato, continua a tenere aperta la porta a Putin, con cui ha annunciato di voler parlare nei prossimi giorni, convinto che "un negoziato sia ancora possibile".


Putin e Biden a Ginevra nel giugno del 2021 (Keystone)

E lo stesso Biden ha ribadito in conferenza stampa di essere "pronto a parlare con Putin se mostra segnali di volere cessare la guerra", pur precisando che "finora non lo ha fatto". I due leader hanno trovato un punto di incontro anche sulla legge anti inflazione Usa che con i suoi sussidi "super aggressivi" alle rinnovabili, secondo Macron, "rischia di spaccare l’Occidente". Preoccupazioni condivise dagli europei e manifestate dal leader francese anche ai parlamentari americani. Si è deciso di discutere "misure pratiche per sincronizzare gli approcci" sulla catena di approvvigionamento e sulla green economy, dai semiconduttori all’idrogeno e alle batterie per le auto elettriche.

Partnership sull’energia

I due presidenti si sono impegnati ad attuare una transizione ecologica "reciprocamente vantaggiosa", rafforzando la partnership tra gli Usa e la Ue sull’energia e sul clima. Biden ha detto di non volersi scusare per la legge anti-inflazione ma ha precisato che non era sua "intenzione danneggiare l’Europa o rimettere in pista gli Stati Uniti a spese dell’Europa" e che "si possono fare aggiustamenti per coinvolgere di più i Paesi europei". Una mano tesa, quindi. Subito raccolta da Macron, che dal canto suo ha esortato l’Europa ad "andare più veloce e più forte" per avere "la stessa ambizione industriale" degli Stati Uniti. "Vogliamo riuscire insieme, non uno contro l’altro", ha aggiunto. Tra le ipotesi, secondo i media, anche alcune esenzioni per le aziende europee. Più generico l’impegno su Pechino, con la "prosecuzione del coordinamento sui timori riguardanti le sfide della Cina all’ordine internazionale, compresi i diritti umani", ma anche la collaborazione su questioni globali come il cambiamento climatico.

Su questo dossier la Francia non voleva la linea dura, condividendo quella più aperta della Ue. Biden e Macron hanno invece alzato un muro contro l’Iran, promettendo che impediranno a Teheran di raggiungere l’arma nucleare e manifestando "rispetto" per le proteste del popolo iraniano, in particolare di quelle "coraggiose" di giovani e donne. Dopo la cena privata a quattro in un ristorante italiano di pesce a Georgetown e lo scambio di doni tra le coppie, a suggellare la visita una luculliana cena di stato con un menu made in Usa, dai formaggi dell’Oregon al vino californiano. Ma in bicchieri di produzione francesi, sempre all’insegna del compromesso.

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