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L’Opec taglia la produzione di petrolio: schiaffo agli Usa

Diminuzione di due milioni di barili al giorno proprio mentre Washington cercava di contenere i prezzi

I Paesi dell’Opec fanno un dispetto a Biden (Keystone)
5 ottobre 2022
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Schiaffo dell’Opec+ a Joe Biden. Il cartello dei maggiori paesi produttori di petrolio decide di ridurre la produzione di due milioni di barili al giorno nel tentativo di sostenere i prezzi del greggio, sfidando l’Occidente alle prese con il caro-energia. Immediata la reazione americana: il presidente parla di una riduzione "non necessaria" e, dicendosi deluso, critica una scelta "miope". La Casa Bianca ha cercato fino alla fine di fare pressione sull’Opec+ affinché non procedesse a un taglio che rischia di far salire i prezzi dell’energia e della benzina a un mese dalle elezioni di metà mandato, complicando così gli sforzi dei democratici a mantenere il controllo del Congresso. Il pressing però non ha avuto esito.

L’Arabia Saudita ha infatti deciso di schierarsi con la Russia e spingere per una riduzione della produzione, voltando le spalle agli alleati americani e riaccendendo violente critiche contro la Casa Bianca per la recente visita di Biden a Ryad. "Non è stato uno spreco di tempo", ha respinto le accuse John Kirby, il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale. L’Opec+ si mostra "allineata con la Russia", ha aggiunto la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre parlando senza giri di parole di un "errore" da parte del cartello. Criticando il taglio, Biden si è impegnato a consultare immediatamente il Congresso per valutare gli strumenti e i poteri necessari per ridurre il controllo dell’Opec+ sui prezzi dell’energia, e ha aperto a un nuovo rilascio di riserve petrolifere strategiche per calmierare i prezzi. Anche l’Europa guarda con preoccupazione al taglio della produzione. Secondo gli analisti, la scelta dell’Opec+ è "politica ed è un chiaro segnale del malcontento sul price cap perché, a prescindere dalla sua efficacia, è considerato un precedente pericoloso"

L’Arabia Saudita avendo spinto per la riduzione "si mette in rotta di collisione" con gli Stati Uniti e l’Occidente mostrandosi alleata con la Russia ed "esponendosi a conseguenze politiche" non trascurabili. Per l’Opec+ il taglio deciso è il maggiore dal 2020 ma, in realtà, si tradurrà in una riduzione che è la metà di quella annunciata. Molti stati membri infatti stanno producendo meno delle loro quote e quindi sono già in linea con i nuovi limiti senza dover ricorrere a un taglio della produzione. I mercati azionari guardano con preoccupazione al taglio del cartello temendo ulteriori tensioni geopolitiche. Le borse europee chiudono tutte in rosso, con Milano che archivia la seduta in calo dell’1,52%. Pesante anche Wall Street dove ai timori per l’Opec+ si sommano quelli per i buoni dati economici americani che spengono le speranze per una Fed meno falco.

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