Estero

Regno Unito travolto dal virus, record di casi con Omicron

Mai così tanti positivi da inizio pandemia. Bufera sul premier Boris Johnson, contestato sia dall’opposizione laburista che da diversi deputati Tory

Boris Johnson
(Keystone)
15 dicembre 2021
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Era stato lo stesso Boris Johnson nei giorni scorsi a evocare “un’ondata” di nuovi casi di Covid scatenata dalla diffusione della variante Omicron. E oggi il primo ministro britannico è stato travolto dal record assoluto dei contagi nel Regno Unito fin dall’inizio della pandemia, 78.610, con altri 165 morti, mentre le infezioni dalla nuova mutazione sono raddoppiate, salendo da 4’671 a 10’017.

Ma i problemi, si sa, non vengono mai soli. Il premier è messo alle corde anche politicamente dal fuoco amico del centinaio di deputati Tory che ieri alla Camera dei Comuni hanno votato contro le misure restrittive anti-Covid del suo piano B (comunque approvato, anche se con l’aiuto del Labour) nella peggiore rivolta interna subita da Boris Johnson come primo ministro; e dall’opposizione laburista guidata da Keir Starmer, che oggi al Question Time l’ha accusato di essere “troppo debole per guidare il Paese” e soprattutto “il peggior primo ministro possibile nel peggior momento possibile”. Non è già la richiesta di dimissioni ma qualcosa in più di un guanto di sfida lanciato nel momento più difficile per Johnson.

Il premier ha risposto con uno slogan rivolto ai laburisti - ‘noi vacciniamo, loro vacillano’ - e spronato l’esercito di medici e infermieri ad andare avanti nella campagna di vaccinazione nel tentativo di arginare l’avanzata di Omicron, di cui si vedono già i primi allarmanti effetti negli ospedali. I ricoveri per Covid sono aumentati del 10% a livello nazionale e di un terzo a Londra, in una settimana, spinti proprio dalla variante. Lo ha confermato anche il Chief medical officer dell’Inghilterra, Chris Whitty: dagli ultimi grafici emerge come la curva dei contagi dalla variante Delta sia tendenzialmente piatta, mentre quella di Omicron vede un raddoppio di casi in due giorni, anche più rapidamente in alcune zone del Paese.

Per Johnson è quindi “vitale” la terza dose di vaccino: ha ricordato durante una conferenza stampa pomeridiana che finora la risposta dei britannici è stata più che positiva, con il record di 656’000 booster somministrati nelle ultime 24 ore - per un totale di 24,7 milioni - e la copertura del 90% degli over 70, il doppio della media Ue in proporzione e più del doppio degli Usa. Ma bisogna fare ancora di più.

Con i numeri di oggi è arrivata anche la previsione di nuovi record di contagi da qui a Natale, con picchi di ricoveri. Non a caso Whitty ha invitato a ridurre i contatti sociali e familiari durante le festività. Ancora una volta, quindi, il banco di prova per Johnson è rappresentato dalla gestione di un’emergenza su cui è stato già fortemente criticato in passato. Proprio oggi Boris Johnson ha annunciato che una giudice in pensione della Corte d’Appello e membro della Camera dei Lord, la baronessa Heather Hallett, presiederà l’inchiesta pubblica sulla pandemia.

Ma se il premier cerca di concentrare, per volere o per forza, l’attenzione sul piano della battaglia al virus le polemiche politiche non si placano. La fronda conservatrice contro di lui è più viva che mai. E sebbene sembri non avere già i tratti della congiura organizzata, qualcuno inizia a parlare apertamente di una sfida alla sua leadership.

Sono tanti i passi falsi compiuti nelle ultime settimane, dalla pessima gestione del caso di Owen Paterson - l’ex ministro dimessosi da deputato Tory dopo che il governo aveva tentato di salvarlo dalla sospensione inflitta per consulenze d’oro dall’organo disciplinare di Westminster - per arrivare ai party di Natale organizzati un anno fa dai funzionari nelle sedi istituzionali (fra cui Downing Street) in presunta violazione delle allora vigenti misure anti-coronavirus. L’ultima grana è la foto, pubblicata stamane dai media del Regno, che ritrae una festa di Natale nel quartier generale dei conservatori a Westminster avvenuta proprio nel periodo incriminato di dicembre 2020.