Estero

Caso Eitan, richiesta a Israele l’estradizione del nonno materno

A domandarla è lo Stato italiano. Su Shmuel Peleg pende sempre un mandato di cattura internazionale per il sequestro del nipote lo scorso settembre

Shmuel Peleg a Tel Aviv
(archivio Keystone)
26 novembre 2021
|

Da un lato, la richiesta di estradizione per Shmuel Peleg, il nonno materno di Eitan, su cui pende ancora un mandato di cattura internazionale per il sequestro del nipote portato a Tel Aviv l’11 settembre, che è stata inoltrata dalle autorità italiane a quelle israeliane, come riferito dal procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti. Dall’altro, l’arresto a Cipro del suo presunto complice, Gabriel Abutbul Alon, “soldato” dell’agenzia di contractor statunitense Blackwater.

Sono queste le novità sul fronte penale nella difficile e tragica vicenda con al centro il bimbo di sei anni conteso dai due rami familiari, dopo che è sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone del 23 maggio nella quale ha perso padre, madre, fratello e bisnonni. Mentre sul rientro in Italia del piccolo deve decidere la Corte Suprema israeliana, dopo due provvedimenti favorevoli alla zia paterna e tutrice legale Aya Biran, la Procura pavese attende l’esito delle procedure sui mandati d’arresto nei confronti dei due indagati. Poi, potrà chiudere l’inchiesta per sequestro di persona aggravato, sottrazione e trattenimento all’estero di minore e appropriazione del passaporto del bambino, reati contestati in concorso anche alla nonna materna Esther Cohen, e procedere con la richiesta di processo.

Per ora è stato eseguito solo il mandato a carico di Abutbul, il 50enne che era alla guida della macchina, noleggiata da Peleg, che portò il bimbo da Pavia, dove il nonno era andato a prenderlo a casa della zia per una delle visite autorizzate, fino a Lugano. Per il gip pavese Pasquale Villani, che ha firmato l’ordinanza (confermata dal Riesame per Peleg) di custodia in carcere nell’inchiesta della Squadra mobile, è “pressoché certa” anche la presenza dell’uomo sull’aereo privato che poi ha portato “l’ignaro Eitan” e il nonno fino in Israele. Come “il suo allontanamento, a bordo dello stesso velivolo, alla volta di Cipro”, dove Abutbul, cittadino israeliano, risiede.

È stato individuato in un albergo a Limassol seguendo le tracce del suo cellulare, dopo che aveva fatto di nuovo ritorno a Cipro il 30 ottobre. I prossimi passaggi, dopo la trasmissione degli atti alle autorità cipriote, sono l’udienza per la convalida dell’arresto e la successiva decisione dei giudici sulla richiesta di estradizione già inoltrata dall’Italia. Per la sua consegna la procedura potrebbe essere abbastanza rapida, a meno d’imprevisti, perché si tratta di un mandato d’arresto europeo. “I tempi dipenderanno dalla giustizia cipriota, però potremmo anche interrogarlo a Cipro, direttamente noi o tramite rogatoria”, ha spiegato Venditti.

Diversa, invece, la questione per quanto riguarda la posizione di Peleg. Come riferito in mattinata dal procuratore, alle autorità israeliane “è arrivata” la richiesta di estradizione da parte dell’Italia, dopo che la Procura generale di Milano ha trasmesso l’istanza e gli atti dell’ordinanza al ministero della Giustizia. Si tratta, però, di un mandato di arresto internazionale, non europeo, e da fonti giudiziarie si era già saputo che appare improbabile che venga eseguito l’arresto con conseguente via libera all’estradizione. Interlocuzioni, invece, sarebbero in corso sulla possibilità di processare il 58enne nel proprio Paese.