Estero

Il terrorismo islamico dietro la morte del deputato Tory

Sarebbe questa la pista seguita per il momento da Scotland Yard, in collaborazione con i detective della Essex Police

17 ottobre 2021
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Terrorismo fai-da-te di matrice jihadista. È la pista seguita ormai ufficialmente dagli investigatori britannici dietro la brutale uccisione di sir David Amess, deputato Tory di lunga militanza accoltellato a morte da un 25enne cittadino del Regno Unito d’origini somale – identificato in serata col nome di Ali Harbi Ali dopo la convalida del fermo da parte di un giudice e la formalizzazione dell’accusa di violazione del Terrorism Act a Leigh-on-Sea (Essex) – durante un tradizionale incontro con gli elettori del suo collegio ospitato nei locali d’una chiesa metodista.

L’attacco ha gettato nello sconcerto un intero Paese. E ha lasciato sotto shock la comunità di Leigh-on-Sea, tranquilla cittadina di 22’000 abitanti adagiata a nord dell’estuario del Tamigi, di fronte alle coste del Belgio e a non più di un’ora di treno da Londra, che nel 2018 era stata indicata dal portale immobiliare Rightmove come località ideale di residenza nel sud dell’Inghilterra.

La ferma condanna

La risposta della democrazia britannica si è mostrata comunque compatta e unitaria, nella condanna della violenza come nell’omaggio al 69enne parlamentare ucciso: simboleggiata dalla visita congiunta compiuta oggi dal premier Boris Johnson e dal leader dell’opposizione laburista Keir Starmer sul luogo dell’agguato, fianco a fianco nella deposizione silenziosa di due mazzi di fiori bianchi. Alle loro spalle, la ministra dell’Interno Tory, Priti Patel, e il presidente laburista della Camera dei Comuni, Lindsay Hoyle.

Un gesto identico a quello fatto nel 2016 dall’allora primo ministro conservatore e numero uno del Labour, David Cameron e Jeremy Corbyn, quando a cadere sotto i colpi di un terrorista – in quel caso un estremista di destra – fu nello Yorkshire una deputata d’opposizione, Jo Cox, assassinata nel pieno della lacerante campagna referendaria sulla Brexit.

Il movente

Intanto l’indagine sulla morte di Amess è passata sotto il controllo dell’antiterrorismo nazionale di Scotland Yard, in collaborazione con i detective locali della Essex Police. Ed è stato proprio un comunicato di Scotland Yard a rompere il riserbo sul movente del presunto killer: “Le prime investigazioni – vi si legge – hanno rivelato una potenziale matrice legata all’estremismo islamico” nella scelta come bersaglio di un deputato noto fra l’altro per aver sostenuto negli anni, al Parlamento di Westminster, la causa del sostegno a gruppi dell’opposizione iraniana o del consolidamento dei legami di amicizia fra Gran Bretagna e Israele.

Per ora i dettagli sull’inchiesta sono scarni. Si sa che le ricerche si sono estese fino a Londra, dove sono state perquisite due case come confermato dal sindaco della capitale, Sadiq Khan. Mentre fa rumore il fatto che Ali risulti essere sfuggito ancora una volta, come già capitato per altri ‘lupi solitari’ che negli anni scorsi hanno colpito ripetutamente a Londra e altrove con armi da taglio, al radar dei sistemi di sorveglianza; dopo essere stato segnalato qualche anno fa alla rete di prevenzione dei sospetti casi di “radicalizzazione” denominata Prevent e aver partecipato solo brevemente a un programma di ‘disintossicazione ideologica’ su base volontaria, senza peraltro essere mai pescato a commettere in seguito reati né finire nella lista dei “soggetti d’interesse” identificati come potenzialmente violenti dall’MI5, i servizi d’intelligence interni di Sua Maestà.

Revisione dei protocolli di sicurezza

Sia come sia, la ministra Patel ha assicurato che i parlamentari, al pari degli altri cittadini del Regno, “non si faranno intimidire” da chicchessia e non interromperanno certo la consuetudine degli incontri con gli elettori. Anche se la vicenda di Amess, dopo quella di Jo Cox e altri, solleva interrogativi sul livello di tutela degli eletti e ha già indotto proprio il dicastero dell’Interno a ordinare alle forze di polizia di rivolgersi ai deputati per una revisione dei protocolli sulla loro sicurezza in pubblico.

La stessa Patel non ha mancato d’altronde di esaltare da Leigh la memoria di Amess – rispettato da colleghi e avversari nei suoi 38 anni di vita parlamentare per “la gentilezza, il buonsenso", la disponibilità a battaglie bipartisan su temi quali i diritti dei disabili o la tutela degli animali, oltre che per la coerenza dei principi su dossier più divisivi quali il sostegno alla Brexit o la difesa da cattolico osservante della dottrina della Chiesa di Roma su aborto e matrimoni omosessuali – come quella di “un uomo del popolo”. Fedele in primis ai bisogni della gente di quel territorio d’elezione laddove infine ha incontrato l’odio solitario di un accoltellatore e la morte.

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