Estero

Processo a Patrick Zaki, oggi la seconda udienza

Lo studente egiziano dell‘università di Bologna è in carcere in Egitto da quasi 20 mesi con l’accusa di ’diffusione di informazioni false’

(Keystone)
28 settembre 2021
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Seconda udienza del processo a carico di Patrick Zaki, oggi a Mansura la città sul Nilo. Lo studente egiziano dell’università di Bologna in carcere in Egitto da quasi 20 mesi è accusato di “diffusione di informazioni false”.

In aula sono presenti un diplomatico italiano, uno spagnolo e uno canadese nell’ambito di un monitoraggio processuale Ue a trazione italiana che coinvolge anche paesi extra-europei. Lo ha constatato l’agenzia di stampa italiana Ansa sul posto dove si è appreso che Germania e Stati Uniti hanno fatto presentare “lettere di interessamento” in cui si sottolinea che i due Paesi continueranno a seguire e monitorare da vicino il caso pur non essendo fisicamente presenti all’udienza di oggi.

Come la prima udienza svoltasi il 14 settembre, quella odierna si tiene di nuovo davanti a una Corte della Sicurezza dello Stato per i reati minori (o d’emergenza) di Mansura, la città natale di Patrick.

Nell’ala nuova del vecchio Palazzo di Giustizia, è previsto che nell’ambito di una sessione di varie ore vengano esaminati molte decine di casi a partire da metà mattinata. La volta scorsa l’aggiornamento, dopo un’udienza di pochi minuti, fu annunciato verso le 15 ora locale e svizzera.

Visto il tipo di corte, si desume che l’accusa a suo carico su cui si dibatterà oggi sulla base di tre articoli giornalistici è quella di “diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese”. Un reato sanzionato con un massimo di cinque anni di carcere. La corte può emettere una sentenza inappellabile in qualsiasi udienza.

È già stato confermato però da una legale dello studente che restano in piedi (si presume quindi da affrontare eventualmente in altra sede) le accuse di “minare la sicurezza nazionale” e di istigare alla protesta, “al rovesciamento del regime", "all’uso della violenza e al crimine terroristico”: le ipotesi di reato basate sui dieci post su Facebook di controversa attribuzione.

Si tratta di crimini che gli fanno rischiare 25 anni di carcere, secondo Amnesty International, o addirittura l’ergastolo, hanno sostenuto fonti giudiziarie egiziane.

Appello di 40 eurodeputati, l’Ue si impegni per liberarlo

“Abbiamo inviato questa mattina una lettera sottoscritta da 40 deputati europei alla presidente della Commissione europea e all’Alto rappresentante dell’Unione, sollecitando la necessità di un forte impegno dell’Ue per la liberazione di Patrick Zaki“. Lo dichiarano Fabio Massimo Castaldo (M5S) e Pierfrancesco Majorino (Pd), promotori della lettera indirizzata a Ursula Von der Leyen e Josep Borrell che chiede di dare la giusta priorità e urgenza alla vicenda di Patrick Zaki e di assicurare che i suoi diritti fondamentali siano salvaguardati conto qualsiasi violazione. “Proprio oggi si svolge infatti la seconda udienza del processo in cui Patrick è accusato di diffusione di notizie false, rischiando fino a cinque anni di carcere, dopo aver trascorso più di un anno e mezzo di detenzione preventiva, sottoposto a minacce e torture", continuano Castaldo e Majorino. "Siamo molto preoccupati dal possibile esito di questo processo che rischia di essere, come tanti nell’Egitto di Al-Sisi, sommario e guidato dalla necessità di mettere a tacere in maniera palese voci critiche e non gradite”. "Pensiamo che non si possa rimanere indifferenti rispetto a questo e che debba esserci una forte presa di posizione dei vertici dell’Unione per chiedere l’immediata liberazione di Zaki, come già richiesto peraltro dal Parlamento europeo”, concludono Castaldo e Majorino, riferendosi alla netta risoluzione del Parlamento dello scorso 18 dicembre. "Per questo chiediamo, tra le altre cose, che la delegazione Ue sia presente al processo di Zaki e a quello di altri giornalisti, sindacalisti, difensori dei diritti umani e attivisti della società civile oggi perseguitati. Serve anche una risposta forte e coordinata tra gli stati dell’Unione che imponga progressi essenziali nel rispetto dei diritti umani all’Egitto”.

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