Estero

L'Ue contro Orbán: vergognosa la legge anti-Lgbt

Von der Leyen: ‘Un'ignominia’. Salgono a 17 i Paesi firmatati del documento che accusa il governo ungherese

Viktor Orban (Keystone)
23 giugno 2021
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Una vergogna". "Una legge sbagliata". "Un'ignominia". L'Europa si indigna con l'Ungheria per la nuova legge che vieta "la promozione dell'omosessualità tra i minori" paragonandola alla pedofilia e minando di fatto i diritti della comunità Lgbt nel Paese.

Da Ursula von der Leyen ad Angela Merkel e all'Eliseo di Emmanuel Macron, i leader europei alzano la voce contro il governo di Viktor Orban all'indomani della decisione della Commissione Ue di valutare la nuova norma sotto il profilo delle garanzie europee sullo stato di diritto e le libertà individuali. E nel giorno della partita Germania-Ungheria che lo stadio di Monaco voleva accogliere illuminandosi dei colori dell'arcobaleno, iniziativa bocciata, e quindi vietata, dalla Uefa.

Budapest risponde

"Vergognose sono le dichiarazioni di von der Leyen", ha ribattuto il governo di Budapest usando le stesse parole della presidente della Commissione Ue e stigmatizzandone "l'opinione politica di parte". In questo clima, il premier ungherese ha deciso di non assistere di persona al match degli Europei all'Allianz Arena che, seppur oscurata dal governo del calcio europeo, è circondata da una città tinta di tutti i colori, con il sostegno dei media tedeschi e dei colossi dell'economia bavarese, dalla Bmw alla Siemens, listate con l'arcobaleno nei loro account Twitter in segno di solidarietà agli omosessuali ungheresi. E in campo, il capitano della nazionale tedesca Manuel Neuer con la fascia arcobaleno al braccio.

Non è stata infatti solo la nuova legge anti-Lgbt di Budapest a far sollevare le altre capitali europee, ma anche il veto dell'Uefa sulle luci arcobaleno dello stadio tedesco, difeso ovviamente solo da Orban: "Che lo stadio di Monaco o di un'altra città europea sia illuminato con i colori dell'arcobaleno non è una decisione che spetta allo Stato", ha dichiarato il premier, invitando il governo tedesco ad accettarlo. "Dall'Uefa un brutto segnale", lo aveva definito il ministro degli Esteri Heiko Maas, mentre Parigi si è "profondamente rammaricata" per una decisione "incomprensibile" visto che l'organismo europeo è "apolitico ma con dei valori". "Irragionevole" anche per Bruxelles, con il vicepresidente della Commissione Margaritis Schinas che ha ricordato: "Quando sono stati annunciati gli Europei, l'arcobaleno era stato mostrato dalla Uefa come simbolo di inclusione".


Ursula von der Leyen (Keystone)

La stessa Federcalcio europea ha cercato di mettere una toppa per bloccare le polemiche e annunciato di aver scelto per i suoi social il logo arcobaleno: "Un segno non politico, ma del nostro fermo impegno per una società più diversa e inclusiva", ha spiegato. Ad essere "politica", ha aggiunto, era invece la richiesta di illuminare l'Allianz Arena dei colori Lgbt contemporaneamente "alla presenza della squadra dell'Ungheria nello stadio per il match con la Germania".

Arcobaleno a Bruxelles

I colori arcobaleno sventolano, invece, all'ingresso della sede di Bruxelles del Parlamento europeo per decisione di David Sassoli, che ha accolto la richiesta della deputata verde tedesca Terry Reintke. Il presidente dell'europarlamento ha inoltre chiesto alla Commissione di adempiere agli obblighi previsti dai trattati dell'Ue per garantire il rispetto dello stato di diritto in tutti gli Stati membri. "Siamo convinti che vi siano alcune flagranti violazioni da parte di alcuni Stati che devono essere sanzionate. Naturalmente - ha avvertito Sassoli - in assenza di reazioni da parte della Commissione, agiremo contro di essa alla Corte di Giustizia".

Intanto sarà il Consiglio europeo a discuterne in modo informale. Con 17 Paesi "fortemente preoccupati", tra cui l'Italia, che hanno firmato la richiesta alla Commissione di intervenire a difesa dei valori europei, la legge di Orban sarà nel menù del summit dei 27: il premier olandese Mark Rutte solleverà la questione e a lui si uniranno vari altri capi di Stato e di governo, tra cui il belga De Croo, per spiegare al leader magiaro che ha superato "le linee rosse" dei valori europei. Anche se a Bruxelles c'è la segreta speranza che Budapest ritiri la legge prima del vertice.

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