Estero

I rider spagnoli saranno considerati dipendenti

Soddisfazione a Madrid: "Primi nell'Unione Europea a legiferare su un tema così importante". I fattorini iberici esultano

Una protesta dei rider (Keystone)
11 marzo 2021
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"Da oggi la vita dei rider cambierà radicalmente": non nasconde la propria soddisfazione la ministra del Lavoro spagnola, Yolanda Díaz, nell'annunciare un accordo tra il governo e le parti sociali che stabilisce che coloro che effettuano consegne a domicilio per conto di piattaforme come Glovo, Deliveroo o Uber Eats sono lavoratori dipendenti e non autonomi. I rider "avranno diritto a tutte le tutele" associate a questo status e "alle misure di protezione sociale a cui non hanno accesso oggi, per esempio, nel caso in cui subiscano un infortunio sul lavoro", ha spiegato Díaz, esponente della formazione di sinistra Unidas Podemos, al governo con il Partito Socialista. Per la titolare del Lavoro spagnola, l'accordo — raggiunto dopo mesi di trattative — è una primizia in Europa. "Siamo i primi a legiferare in materia, l'Ue sta guardando verso di noi", ha esultato.

Uno degli aspetti compresi nel testo giuridico finale — che i media spagnoli mettono in risalto come una novità inaspettata — è una disposizione che obbliga le piattaforme digitali a far conoscere ai rappresentanti legali dei rider e di altri lavoratori di piattaforme digitali il funzionamento degli algoritmi o altri sistemi di intelligenza artificiale che possano influire sul rapporto professionale. Queste tecnologie sono sempre più utilizzate per aspetti come la valutazione del lavoro, il controllo degli orari o l'assegnazione delle mansioni. L'intesa annunciata da Díaz — raggiunta dal governo con la confindustria spagnola (la Ceoe), le piccole e medie aziende e i sindacati UGT e Comisiones Obreras — verrà approvata dal consiglio dei ministri "una volta messi a punto gli aspetti tecnici". Il principio giuridico adottato per stabilire che i rider sono lavoratori dipendenti è raccolto in una sentenza della Corte Suprema spagnola dettata l'anno scorso, ha aggiunto la ministra.

Tre mesi di transizione

La nuova norma prevede un periodo di transizione di tre mesi per dare tempo alle aziende interessate di adattarsi alla nuova situazione. Saranno gli ispettori del lavoro a farla rispettare. L'accordo raggiunto dalle parti sociali non ha lasciato soddisfatte la maggior parte delle piattaforme digitali — con l'eccezione di Just Eat, compagnia che offre servizi di consegna di cibo a domicilio, che si è detta invece favorevole —, le quali hanno accusato la Ceoe di aver fatto "concessioni totali" nel corso dei negoziati. Ma per la confindustria spagnola, era questione di "accettare una sentenza giudiziaria". Anche in Italia la questione è molto dibattuta ed è stata oggetto di pronunciamenti da parte della magistratura. La procura di Milano, al termine di una prima fase di indagine pilota sul fenomeno, ha deciso di imporre a quattro colossi del settore di regolarizzare i contratti di oltre 60mila ciclofattorini, da trattare come lavoratori "coordinati e continuativi" e non più come "autonomi" senza garanzie. 

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