Estero

L’Oms sbarca a Wuhan, due esperti già bloccati

‘Positivi ai test a Singapore’. In Cina il virus rialza la testa: primo morto in otto mesi e 138 nuovi contagi.

L’arrivo
(Keystone)
14 gennaio 2021
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Pechino – Non è iniziata sotto i migliori auspici la missione dell'Oms a Wuhan, riuscita a muoversi verso il primo focolaio accertato del coronavirus dopo vari rinvii e mesi di negoziati con la Cina, con il Covid-19 che ha rialzato la testa nel Paese causando il primo morto in otto mesi e 138 nuovi casi, ai massimi da marzo.

Due esperti sui 15 membri del team, inviato per chiarire le origini della pandemia, sono rimasti bloccati a Singapore dai controlli dei sanitari cinesi, inciampando sui test sierologici fatti in aeroporto dai quali è emersa la presenza di anticorpi al SARS CoV-2. In altri termini, è stato accertato che in passato hanno avuto contatti con il coronavirus, senza però che si stata certificata un'infezione in corso.

L’Oms: tutti negativi prima della partenza

L'Oms ha confermato il mancato ingresso di due suoi esperti in Cina, precisando però che i componenti del gruppo erano "tutti negativi prima della partenza. Tutti i membri del team hanno avuto molteplici test negativi Pcr e per gli anticorpi nei loro Paesi prima del viaggio", ha scritto l'agenzia su Twitter, aggiungendo che gli altri 13 scienziati giunti a Wuhan avrebbero cominciato "immediatamente" il lavoro malgrado "le due settimane di quarantena richieste per i viaggiatori arrivati dall'estero".

I due fermati a Singapore, sempre secondo l'Oms, avrebbero ripetuto i tamponi, senza la certezza al momento di riunirsi al resto del gruppo, mentre è incerto se chi è venuto a stretto contatto con loro debba rispettare protocolli aggiuntivi. "I requisiti sul controllo della prevenzione delle epidemie saranno applicati rigorosamente", ha affermato in conferenza stampa il portavoce del ministro degli Esteri cinese Zhao Lijian commentando lo stop ai due esperti e accreditando la versione dell'applicazione delle regole valide per tutti.

28 milioni di persone in lockdown

Le immagini dell'arrivo a Wuhan sono state documentate dai media ufficiali cinesi con scenari familiari a quanti abbiano avuto modo di rientrare in Cina negli ultimi 10 mesi: personale medico in tute protettive, test immediati, sanificazione dei bagagli e trasporto ai Covid Hotel per i 14 giorni d'isolamento. Il primo pesante intoppo ha aggiunto complicazioni a una missione carica di sensibilità politiche, con Pechino che ha avviato un'ampia campagna per mettere in dubbio che l'epidemia sia partita proprio in Cina.

Intanto il Paese ha registrato mercoledì un decesso, il primo in otto mesi, nella provincia di Hebei, dove è attivo il focolaio più preoccupante. I nuovi casi di contagio sono stati 138, ai massimi da marzo: 14 importati e 124 contagi domestici, di cui 81 nella provincia di Hebei (che circonda Pechino) e 43 nello Heilongjiang, che da mercoledì è in stato d'emergenza. Nelle due province ci sono 28 milioni di persone in lockdown.

Gli esperti dell'Oms, di nazionalità britannica, nipponica, tedesca, russa, australiana a vietnamita, dovranno lavorare con gli scienziati cinesi per un mese cercando di capire se il virus abbia attaccato l'uomo attraverso un animale nel mercato Huanan di Wuhan, visitandolo dopo oltre un anno dalla scoperta della 'polmonite misteriosa' trasformatasi in pandemia che ha generato finora oltre 90 milioni di contagi e 2 milioni di morti.

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