Estero

Trump e i suoi sparano le ultime cartucce

Il presidente uscente fa pressione sul segretario di Stato della Georgia, 12 senatori del suo partito tentano un agguatpo in extremis al Congresso.

L’uscita è da quella parte
(Keystone)
3 gennaio 2021
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Washington – Donald Trump – scrive il ‘Washington Post’ – ha chiesto al segretario di stato della Georgia, il repubblicano Brad Raffensperger, di "trovare" abbastanza voti per ribaltare la vittoria di Joe Biden. E 12 senatori repubblicani, guidati dall'ex candidato presidenziale Ted Cruz, hanno annunciato che giovedì – quando il parlamento si riunirà in sessione plenaria per certificare il voto del collegio elettorale – intendono contestare la vittoria del presidente eletto, a meno che il Congresso non nomini una commissione elettorale che riesamini in 10 giorni i risultati negli Stati più contesi, come successe nelle presidenziali del 1876. Sono le ultime cartucce sparate da Trump e dai suoi fedelissimi per cercare di ribaltare in extremis il risultato delle elezioni dello scorso 3 novembre.

Il ‘Washington Post’ ha ottenuto la registrazione della lunga telefonata (circa un'ora), nella quale il presidente Usa alterna rimproveri, lusinghe, preghiere e minacce di vaghe conseguenze nel caso rifiuti di perseguire le sue accuse (infondate) di brogli, ammonendolo ad un certo punto che si sta assumendo "un grande rischio". Iniziativa che per gli esperti di elezioni solleva questioni legali.

Botta e risposta

Nonostante le pressioni, Raffensperger e il suo avvocato generale hanno respinto le richieste, spiegando al presidente che si basa su false teorie cospirative e che la vittoria del presidente eletto Joe Biden in Georgia per 11'779 voti è giusta ed accurata. Ma Trump ha contrattaccato. "I cittadini della Georgia sono arrabbiati, i cittadini del Paese sono arrabbiati", ha detto. "Non c'è niente di sbagliato nel dire che avete ricalcolato", ha aggiunto. "Signor presidente, i dati che lei ha sono sbagliati", gli ha risposto Raffensperger. Ad un certo punto il presidente gli confida: "tutto quello che voglio fare è questo. Voglio solo trovare 11'789 voti, che sono molto più di quelli che abbiamo. Perché abbiamo vinto lo Stato".

Agguato al Congresso

Sotto lo scacco della pandemia che ha ridotto la cerimonia all'osso nel timori di nuovi contagi, il nuovo Congresso Usa si è insediato con il giuramento degli eletti e la votazione per rieleggere Nancy Pelosi speaker di una Camera rimasta con una più risicata maggioranza democratica, in attesa dei due ballottaggi del 5 gennaio in Georgia che decideranno le sorti del Senato.

Il giorno successivo, invece, il parlamento si riunirà in sessione plenaria sotto la presidenza del vice di Trump Mike Pence per certificare il voto del collegio elettorale in una seduta che si prevede tempestosa. L’iniziativa di 12 senatori repubblicani è stata accolta con favore da Pence, che finora aveva deciso di non appoggiare le mosse per cambiare l'esito delle elezioni. Sul piede di guerra, secondo la Cnn, anche 140 deputati del Grand Old Party. Si tratta della più grande "rivolta" del genere in quasi un secolo e mezzo.

La manovra non ha alcuna chance di successo. Occorre infatti il consenso di entrambi i rami del parlamento per ribaltare il voto. Ma potrebbe ritardare sino a notte fonda la proclamazione della vittoria di Biden e complicare la sua missione di riconciliare il Paese. Nello stesso giorno, peraltro, Trump conta di portare sotto il Congresso migliaia di fan per una manifestazione di protesta 'wild', selvaggia. La mossa però rischia di spaccare i repubblicani, dopo che il leader dei senatori Mitch McConnell ed altri membri del suo partito hanno riconosciuto il successo di "Joe".

Occhi puntati sulla Georgia

Tutti gli occhi intanto sono puntati sui cruciali ballottaggi in Georgia, per i quali oggi si sono mobilitati Pence e Kamala Harris, quest'ultima nella storica Savannah, per corteggiare il decisivo voto afroamericano. Domani tocca a Biden e a Trump, che si sfideranno così a distanza in un ultimo duello. "Non ci resta che qualche giorno per fare tutto quello che possiamo per conquistare il Senato", ha twittato il presidente eletto. The Donald ha cinguettato molto, meno per sostenere i candidati del suo partito che per denunciare le "frodi". Col rischio di scoraggiare l'afflusso degli elettori repubblicani, mentre i democratici sono favoriti da un voto anticipato che ha già superato i tre milioni di elettori.

Sulla carta i senatori uscenti David Perdue (costretto alla quarantena anti Covid) e Kelly Loeffler sono favoriti (il primo è arrivato in testa nel primo turno, la seconda dovrebbe beneficiare dei voti di un altro conservatore sconfitto), ma le gare sono testa a testa. Nella media degli ultimi sondaggi di RealClearPolitics i dem Jon Ossoff, giornalista investigativo, e Raphael Warnock, un pastore afroamericano, sono avanti rispettivamente del 2% e dell'1%. "Possiamo fare la storia", ha detto Ossoff.

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