Il decreto istituisce un regime di chiusure differenziate a seconda della fascia di rischio contagio alla quale appartiene una Regione
Il premier italiano Giuseppe Conte ha firmato il Dpcm (decreto del presidente del Consiglio dei ministri) con le nuove misure, che saranno in vigore da domani e resteranno valide fino al 3 dicembre: l'Italia viene divisa in tre aree di rischio e in quella dove il contagio è più diffuso e gli indici epidemiologici sono più critici - come ad esempio la Lombardia e il Piemonte - scatterà, di fatto una sorta di lockdown. Si potrà uscire di casa solo per andare a lavorare, per fare la spesa, per motivi di salute o necessità. E per portare i bambini a scuola. La bozza del Dpcm prevede 12 articoli ed è il frutto di una lunga discussione, che a tratti è diventata scontro, sia all'interno della maggioranza, in particolare sull'ora in cui deve scattare il coprifuoco in tutto il Paese, sia tra l'esecutivo e le regioni, per chi dovesse assumersi la responsabilità politica delle chiusure. Scontro, questo con gli enti locali, ancora in corso visto che le Regioni continuano a chiedere interventi "omogenei" in tutta Italia. Il meccanismo individuato dal decreto è quello di una prima linea di misure nazionali, più 'leggere' e valide per tutti: dal coprifuoco alle 22 alla chiusura dei centri commerciali nel weekend, dallo stop a musei e mostre alla riduzione dall'80% al 50% della capienza sui mezzi pubblici locali, dalla didattica a distanza al 100% per gli studenti delle superiori alla chiusura dei corner di giochi e scommesse all'interno di bar e tabacchi. Questi interventi varranno per tutta Italia e si vanno ad aggiungere a quelli già in vigore, come la chiusura dei bar e ristoranti alle 18. Molto più duri sono, invece, i provvedimenti inseriti nell'articolo 1 bis - quello che riguarda le 'zone arancioni' - e nell'1 ter, quello per le 'zone rosse', che resteranno in vigore "per un periodo minimo di 15 giorni". Nelle Regioni, province o Comuni che rientrano nello scenario a "rischio elevato" sono vietati gli spostamenti in entrata e in uscita nonché gli spostamenti tra i comuni. Entrambi i divieti non varranno in caso di comprovate esigenze lavorative e di studio, per motivi di salute, per situazione di necessità e per accompagnare o riprendere i bambini a scuola. Chiusi anche i bar e i ristoranti: sarà consentito solo la consegna a domicilio e il servizio di asporto fino alle 22. Per quanto riguarda le frontiere con la Svizzera, Lombardia e Piemonte sono ancora in attesa dell'assegnazione ufficiale della ‘zona rossa’: quando verrà decretata, scatterà l'impossibilità di entrarvi.