Estero

Nelle zone rosse Conte vieta anche la mobilità interna

Il decreto istituisce un regime di chiusure differenziate a seconda della fascia di rischio contagio alla quale appartiene una Regione

Le misure di Conte
4 novembre 2020
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Il premier italiano Giuseppe Conte ha firmato il Dpcm (decreto del presidente del Consiglio dei ministri) con le nuove misure, che saranno in vigore da domani e resteranno valide fino al 3 dicembre: l'Italia viene divisa in tre aree di rischio e in quella dove il contagio è più diffuso e gli indici epidemiologici sono più critici - come ad esempio la Lombardia e il Piemonte - scatterà, di fatto una sorta di lockdown. Si potrà uscire di casa solo per andare a lavorare, per fare la spesa, per motivi di salute o necessità. E per portare i bambini a scuola. La bozza del Dpcm prevede 12 articoli ed è il frutto di una lunga discussione, che a tratti è diventata scontro, sia all'interno della maggioranza, in particolare sull'ora in cui deve scattare il coprifuoco in tutto il Paese, sia tra l'esecutivo e le regioni, per chi dovesse assumersi la responsabilità politica delle chiusure. Scontro, questo con gli enti locali, ancora in corso visto che le Regioni continuano a chiedere interventi "omogenei" in tutta Italia. Il meccanismo individuato dal decreto è quello di una prima linea di misure nazionali, più 'leggere' e valide per tutti: dal coprifuoco alle 22 alla chiusura dei centri commerciali nel weekend, dallo stop a musei e mostre alla riduzione dall'80% al 50% della capienza sui mezzi pubblici locali, dalla didattica a distanza al 100% per gli studenti delle superiori alla chiusura dei corner di giochi e scommesse all'interno di bar e tabacchi. Questi interventi varranno per tutta Italia e si vanno ad aggiungere a quelli già in vigore, come la chiusura dei bar e ristoranti alle 18. Molto più duri sono, invece, i provvedimenti inseriti nell'articolo 1 bis - quello che riguarda le 'zone arancioni' - e nell'1 ter, quello per le 'zone rosse', che resteranno in vigore "per un periodo minimo di 15 giorni". Nelle Regioni, province o Comuni che rientrano nello scenario a "rischio elevato" sono vietati gli spostamenti in entrata e in uscita nonché gli spostamenti tra i comuni. Entrambi i divieti non varranno in caso di comprovate esigenze lavorative e di studio, per motivi di salute, per situazione di necessità e per accompagnare o riprendere i bambini a scuola. Chiusi anche i bar e i ristoranti: sarà consentito solo la consegna a domicilio e il servizio di asporto fino alle 22. Per quanto riguarda le frontiere con la Svizzera, Lombardia e Piemonte sono ancora in attesa dell'assegnazione ufficiale della ‘zona rossa’: quando verrà decretata, scatterà l'impossibilità di entrarvi.
 


 

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