Estero

Torna al potere in Bolivia il partito di Evo Morales

Ritorno al socialismo nel Paese latinoamericano. L’ex presidente centrista Carlos Mesa riconosce la sconfitta al primo turno.

(Keystone)
19 ottobre 2020
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Buenos Aires – "Solo un sogno orribile, durato un anno": questo devono aver pensato oggi l'ex presidente Evo Morales ed i militanti del suo Movimento al socialismo (Mas) festeggiando le proiezioni dei due più importanti istituti di sondaggi della Bolivia che hanno assegnato al candidato socialista, Luis Arce, un'indiscutibile vittoria al primo turno nelle elezioni presidenziali svoltesi ieri.

L'istituto Ciesmori e la Fondazione Jubileo hanno attribuito all'ex ministro dell'Economia di Morales e al suo vice, David Choquehuanca, il 52-53% di suffragi contro il 31% del principale sfidante, l'ex presidente centrista Carlos Mesa. 

È un trionfo basato su proiezioni, in assenza dei risultati ufficiali che ci saranno solo fra alcuni giorni. Ma gli oltre 20 punti di vantaggio di Arce su Mesa (Comunidad Ciudadana) hanno convinto tutti che si tratta di un verdetto più che definitivo. Tant'è che a riconoscere per prima l'esito della consultazione è stata la presidente ad interim Jeanine Añez che negli undici mesi al potere ha cercato di evitare una vittoria del Mas. A ruota si è espresso lo stesso Mesa che, dopo aver definito "inconfutabile" la vittoria dell'avversario, ha confermato la sua volontà di "guidare l'opposizione dai banchi del Parlamento". Arce, dal canto suo, ha indicato di voler formare un governo di unità nazionale.

Le congratulazioni per Arce sono state numerose e hanno unito filosofie di pensiero molto diverse. Dal presidente venezuelano Nicolás Maduro, che ha elogiato "la sconfitta con i voti di un colpo di stato contro Morales", al segretario generale dell'Organizzazione degli Stati americani (Osa) Luis Almagro, non certo di simpatie progressiste.

Diversamente dai timori della vigilia, il processo elettorale si è svolto senza incidenti, e ciò si è riflesso nella rapida accettazione del risultato che è ora all'esame degli analisti. Per lo specialista catalano di America latina, Luis Ayllon, "la colpa è della superbia e divisione dei partiti avversi al Mas". In un editoriale di prima pagina El Deber, principale quotidiano conservatore boliviano, ha osservato che "sicuramente la frammentazione dell'opposizione spiega l'accaduto. Ma la notizia di oggi è il fenomeno di cui il Paese e la regione parleranno molto: il ritorno del Mas al potere attraverso le urne e con più del 50% dei voti".

"In Bolivia abbiamo recuperato la democrazia e soprattutto la speranza", ha esultato dal canto suo il presidente eletto Arce parlando con i giornalisti. "Ho proposto un governo di unità e continueremo il nostro processo di cambiamento senza odio e superando gli errori del passato". La prima misura del suo governo, ha annunciato, sarà "il pagamento di un sussidio contro la fame".

Da Buenos Aires, dove vive in esilio, Morales ha espresso gioia per "aver recuperato il potere democraticamente, con la pazienza e la coscienza del popolo". Senza anticipare il suo futuro ruolo in patria, ha ricordato che "in Bolivia sono stato sindacalista e poi (per 14 anni) presidente".

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