Estero

Un altro nero ucciso a Los Angeles. Trump: capita

Nuove proteste nella città californiana. Il presidente difende il giovane estremista bianco che ha ucciso due manifestanti a Kenosha

L'uomo è stato colpito più volte ed è morto sul colpo (youtube)
1 settembre 2020
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Un altro cittadino afroamericano è stato ucciso dalla polizia, questa volta a Los Angeles. Non si sa se Donald Trump, come ha detto degli altri recenti episodi analoghi, ha spiegato l'accaduto affermando che talvolta i poliziotti "sbagliano un tiro", come capita ai golfisti. Si sa invece che non ha rinunciato a volare a Kenosha, in Wisconsin, non per incontrare la famiglia dell'afroamericano Jacob Blake ferito alla schiena da un agente e rimasto paralizzato ma "per ringraziare la polizia e la guardia nazionale" e visitare gli edifici danneggiati dai manifestanti, definiti "saccheggiatori, anarchici, vandali". Ignorando gli appelli del sindaco e del governatore dello Stato, che lo avevano sollecitato a riconsiderare il viaggio nel timore che potesse "ostacolare la nostra ripresa" e riattizzare le proteste.

Proteste che si sono estese a Los Angeles dopo l'uccisione di un altro afroamericano. Si tratta di Dijon Kizzee, 29 anni, fuggito dopo che la polizia aveva tentato di fermarlo mentre andava in bicicletta, e freddato in un inseguimento durante il quale aveva preso a pugni in faccia un agente e gettato un pacco di vestiti tra i quali era spuntata una pistola nera semiautomatica. Questo secondo la versione delle forze dell'ordine. Nella notte sono scoppiate le proteste nel luogo della sparatoria, a sud della metropoli, e numerosi manifestanti si sono radunati tra momenti di tensione con gli agenti schierati.

In questa atmosfera il presidente è volato a Kenosha. Prima di partire ha di nuovo difeso sia Kyle Rittenhouse, il miliziano diciassettenne arrestato per aver ucciso con un fucile due dimostranti a Kenosha, sia Aaron 'Jay' Danielson, l'attivista trentanovenne del gruppo di estrema destra Patriot Player colpito a morte a Portland mentre tentava di proteggere il corteo di supporter trumpiani dai contromanifestanti. Il primo, ha sostenuto Trump, avrebbe agito per autodifesa: "Quando ha tentato di fuggire lo hanno attaccato in maniera molto violenta, penso fosse in grande difficoltà, probabilmente sarebbe stato ucciso", ha spiegato. Poi ha lodato il secondo, contrapponendo la manifestazione "pacifica" dei suoi fan a quella dei dimostranti antirazzismo: "Da una parte sparavano proiettili di vernice, dall'altra sparavano proiettili veri, che hanno ucciso un brav'uomo, un uomo religioso".

Il presidente ha invece ignorato la famiglia di Blake, il cui padre ha comunque precisato di non essere interessato a incontrare il presidente: "Non voglio fare politica, questo riguarda la vita di mio figlio, non ha niente a che fare con una photo op". Mentre, sempre sulla Fox, Trump ha attaccato Joe Biden, lanciando l'ennesima teoria cospirativa: "È manovrato da persone che agiscono nell'ombra, quelle che controllano le strade nelle proteste" razziali, ha accusato, evocando un'indagine in corso su un aereo "carico di delinquenti in uniformi nere e con varie attrezzature partito lo scorso week-end per fare grandi danni".

Trump ha evidentemente scelto la strada di una campagna incendiaria, convinto che le divisioni e le paure possano aiutarlo a recuperare terreno nei sondaggi, dove il vantaggio di Biden nella media di RealClearPolitics è sceso a +6,2% a livello nazionale e a +2,7% negli Stati in bilico. Marko Kolanovic, un analista-guru di JP Morgan Chase, ha già avvisato gli investitori che dovrebbero prendere in considerazione la possibilità, sempre più concreta, di una vittoria del presidente: "Certamente molto può accadere nei prossimi 60 giorni per cambiare le probabilità ma attualmente crediamo che il momento a favore di Trump continuerà, mentre la maggior parte degli investitori è ancora posizionata per una vittoria di Biden".