Estero

Arrestato Rusesabagina, lo Schindler africano di 'Hotel Ruanda'

Icona dei diritti umani, il 66enne hutu è accusato di terrorismo. Salvò bel 1'200 persone durante il genocidio del 1994, quando furono uccise 800mila persone

Paul Rusesabagina e Angelina Jolie alla prima del film 'Hotel Ruanda' (2004) (foto Keystone)
1 settembre 2020
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Paul Rusesabagina, lo Schindler africano reso celebre dal film 'Hotel Ruanda', è stato arrestato con l'accusa di terrorismo. Ruandese di etnia hutu, 66 anni, salvò 1'200 persone che si erano rifugiate nel suo 'Mille Hotel Collines' a Kigali durante il genocidio del 1994 nel quale furono massacrati almeno 800mila tutsi e hutu moderati dagli estremisti hutu.

Diventato un'icona dei diritti umani dopo la pellicola del 2004 e premiato, tra l'altro, con la medaglia presidenziale della libertà degli Stati Uniti nel 2005, ora si ritrova in manette perché, secondo l'ufficio investigativo del Ruanda, ha formato e guidato "movimenti terroristici" nella regione.

Non sono stati forniti dettagli sul luogo nel quale è stato arrestato - Rusesabagina viveva in esilio - ma l'accusa solleva più di qualche perplessità in un'area dove il confine tra terrorismo, opposizione e rivalità etniche è spesso labile.

I critici del presidente ruandese Paul Kagame, vincitore della guerra civile, lo accusano di non tollerare alcun tipo di opposizione. Lui si difende sostenendo che il suo obiettivo è prevenire il ritorno dell'odio tra etnie e il rischio di un nuovo bagno di sangue in un Paese che ha ottenuto buoni risultati in termini di sviluppo.

Difficile riconoscere tra i giardini ben curati e i grattacieli scintillanti della capitale Kigali la stessa città dove 26 anni fa i cadaveri mutilati riempivano le chiese e le strade erano sporche di sangue. Un risultato di cui Kagame va fiero insieme alla sua lunga permanenza al potere conquistata sul campo di battaglia.

Rusesabagina da parte sua ha abbandonato da tempo il profilo moderato che Don Cheadle, l'attore che lo impersonava nel film, ha reso celebre. Quello di un hutu moderato della classe media sposato con una donna tutsi che usò la propria influenza insieme a un bel po' di tangenti per convincere i funzionari militari a garantire una fuga sicura per le circa 1.200 persone rifugiatesi al Mille Hotel Collines. Anche se Ibuka, il gruppo di sopravvissuti al genocidio, ha affermato in passato che Rusesabagina ha ingigantito il proprio ruolo di aiuto ai rifugiati nell'hotel sfuggiti al massacro.

L'albergatore-eroe, dopo la fine della guerra civile, ha optato per la politica e ha fondato un partito di opposizione con un braccio armato nella Repubblica democratica del Congo. Nel 2011 è stato accusato di aver finanziato un movimento sovversivo, ma Rusesabagina ha sempre negato sostenendo che si trattava di una campagna diffamatoria contro di lui.

Ora dovrà difendersi in tribunale. Una sfida forse più difficile di quella di 'Hotel Ruanda'. Kagame, abilissimo stratega militare e fine politico, finora ha sempre sbaragliato gli avversari.

 

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