Estero

Allarme dell'Oms: tormano ad aumentare i contagi in Europa

L'Organizzazione mondiale della sanità sollecita i governi a non trascurare le misure di contenimento del contagio

25 giugno 2020
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L'Organizzazione mondiale della Sanità suona l'allarme: "Per la prima volta da mesi, la scorsa settimana l'Europa ha visto un aumento del numero dei casi settimanali" di coronavirus, proprio da quando i Paesi hanno iniziato ad allentare le restrizioni volte a frenarne la diffusione.

Ogni giorno nel Vecchio Continente si registrano circa 20.000 nuovi casi e oltre 700 nuovi decessi, ha indicato il direttore della sezione europea dell'Oms, Hans Kluge.

Certo, l'epicentro della diffusione rimangono ancora le Americhe, con gli Stati Uniti che hanno registrato un nuovo record con quasi 36 mila nuovi contagi in un giorno. Ciò nonostante, il presidente Donald Trump ha deciso di tagliare i fondi federali per 13 siti in cui si effettuano test del Covid-19.

Sette di questi siti sono peraltro in Texas, uno degli Stati che registra un'impennata di coronavirus. Non a caso la decisione è stata criticata anche dai senatori repubblicani texani Ted Cruz e John Cornyn, che si sono così inseriti nel vespaio di polemiche sollevate da Trump quando ha reso noto a Tulsa di aver ordinato di rallentare i test per ridurre i numeri dei contagi che generano ansia.

Continua a suscitare grande preoccupazione anche il Brasile, che ha registrato 1.185 nuovi decessi e quasi 43 mila nuovi casi nelle ultime 24 ore. Per il gigante sudamericano, maggio è stato il mese con il maggior numero di morti della sua storia, 123.857, una cifra alla quale stavolta ha contribuito in maniera significativa proprio la pandemia, con 24.021 decessi accertati.

Destano apprensione anche le notizie che arrivano dalla Cina, dove oggi sono stati registrati 19 nuovi casi. Ma soprattutto dall'India, dove si è raggiunto quasi il mezzo milione di casi e oggi si è registrata la cifra record di nuovi contagi: 17.000 e 418 decessi in 24 ore.

Per questo, il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, intervenendo in videoconferenza al Parlamento europeo, ha confermato che "la situazione globale sta peggiorando, ci aspettiamo di arrivare a 10 milioni e mezzo di casi la prossima settimana".

Mentre il suo collega Kluge, a capo della sezione europea dell'agenzia dell'Onu, ha voluto specificare in una conferenza stampa da Copenaghen che in Europa "trenta Paesi hanno assistito ad aumenti nei nuovi casi cumulativi nelle ultime due settimane". Ed ha ammonito che "in 11 di questi Paesi, la trasmissione accelerata ha portato a una ripresa molto significativa che, se non controllata, porterà nuovamente i sistemi sanitari sull'orlo del collasso".

Kluge non ha indicato in maniera esplicita i Paesi. Ma è evidente che la Germania sia uno di questi, dopo che martedì ha dovuto ripristinare le restrizioni per oltre 600.000 persone in due distretti nella parte occidentale del Paese in seguito ad un nuovo focolaio scoperto in un mattatoio nel Nordreno-Vestfalia che ha infettato oltre 1.500 lavoratori. E il Portogallo, che a sua volta ha dovuto imporre nuove restrizioni a Lisbona e nei suoi dintorni.

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