Estero

L'Oms tra l'incudine cinese e il martello statunitense

Responsabilità e reticenze dell'Organizzazione mondiale della sanità dinanzi al Covid-19 sono parte dello scontro tra le due potenze

18 maggio 2020
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Lo scontro tra Stati Uniti e Cina si sposta a Ginevra. Nella giornata di apertura della 73ª Assemblea annuale dell'Oms, per la prima volta in video conferenza, 116 Paesi hanno annunciato di sostenere la bozza di risoluzione presentata dall'Unione europea per un'inchiesta indipendente sui silenzi cinesi a proposito dell'origine della pandemia di Covid-19 che ha provocato oltre quattro milioni e 700mila contagi e più di 315mila morti.

La determinazione di Washington ha molto a che vedere con la campagna di Donald Trump per la rielezione alla Casa Bianca, il prossimo novembre, e quella del suo apparato di propaganda, per far dimenticare la folle indifferenza nei confronti degli avvertimenti ricevuti dai propri servizi sulla pericolosità del virus e sulla sua diffusione. Quella di Pechino si spiega invece con il tentativo del regime cinese di ridimensionare, o di negare del tutto le gravissime responsabilità nell'aver taciuto e nascosto lo sprigionarsi del contagio, favorendone la diffusione. In mezzo Tedros Adhanom Ghebreyesus, il direttore generale etiope dell'Oms, la cui condotta nelle prime settimane di allarme ha alimentato le ipotesi (anche le più fantasiose) di essere al soldo di Pechino, considerate se non altro le dimensioni degli investimenti cinesi in Africa. Il ritardo con cui è stata dichiarata pandemia la diffusione del coronavirus, i report entusiasti degli inviati dell'Oms sull'azione cinese di contenimento del contagio hanno offerto il fianco a critiche non necessariamente pretestuose.

Il presidente cinese Xi Jinping ha concesso che "ci vorrà un'indagine esaustiva sul Covid-19 basata sulla scienza ed eseguita con professionalità", ma solo "quando l'emergenza sarà sotto controllo". Ribadendo in ogni caso che , "la Cina ha agito con trasparenza e rapidità, fornendo tutte le informazioni in tempo utile e aiutando con tutti i mezzi i Paesi che ne avevano bisogno". Per risultare convincente, Xi ha annunciato un dono di due miliardi di dollari all'Oms per combattere il coronavirus. Se poi Pechino dovesse trovare un vaccino contro il Covid-19, ha promesso, ne farebbe "un bene pubblico mondiale". Non abbastanza per Washington. "Ll'Oms ha fallito in modo clamoroso nel fornire le informazioni sulla pandemia", ha accusato il segretario alla Sanità Usa Alex Azar, rilanciando la parola d'ordine della Casa Bianca. Un fallimento "costato molte vite umane", sul quale è necessaria "un'inchiesta indipendente sull'operato" dell'agenzia dell'Onu.

A tutto ciò si è aggiunta l'esclusione di Taiwan dall'Assemblea. Il segretario di Stato Usa Mike Pompeo ha accusato l'Organizzazione a di aver ceduto ancora una volta alle pressioni della Cina. L'inchiesta "indipendente sulla pandemia sarà fatta al primo momento opportuno", ha tagliato corto il direttore dell'Oms, avvertendo poi che "la maggior parte della popolazione mondiale è ancora in pericolo, il rischio è alto e la strada è ancora lunga". Mentre il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres non si è sbilanciato, limitandosi a sottolineare che alcuni Paesi nel mondo "hanno ignorato le indicazioni dell'Oms" sulla pandemia.

L'Ue, promotrice della bozza di risoluzione per l'inchiesta insieme a Gran Bretagna, Australia, Nuova Zelanda e sostenuta anche dalla Russia, si è chiamata fuori dallo scontro. Mentre da Berlino è arrivato l'annuncio di un'iniziativa franco-tedesca per la riforma dell'Oms che fa trapelare una certa insoddisfazione, l'Alto rappresentante per la Politica estera Josep Borrell, tramite una portavoce, ha ribadito la necessità di uno "sguardo indipendente" su quello che è accaduto, ma anche che "l'Europa dovrebbe stare fuori rispetto a questa battaglia fra gli Usa e la Cina che si lanciano accuse reciproche". In sostanza Bruxelles chiede una "valutazione imparziale, indipendente ed esaustiva" della "riposta internazionale coordinata dall'Oms al Covid-19". Un dossier di sette pagine per sostenere che l'indagine deve riguardare in particolare "l'efficacia del meccanismi a disposizione dell'Oms; il contributo dell'Oms agli sforzi dell'Onu; le azioni dell'Oms e la loro tempistica rispetto alla pandemia di Covid-19". Richieste impeccabili, ma sui tempi si lascia la porta aperta a tutti. Ponzio Pilato non avrebbe saputo fare di meglio.

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