La cifra delle vittime, dirette o indirette, del Covid-19 ospiti di case di riposo non è inclusa nei conteggi giornalieri ufficiali
È polemica anche nel Regno Unito sui morti per coronavirus nelle case di riposo per anziani, non inclusi nel conteggio quotidiano del dicastero della sanità che si concentra sui dati negli ospedali.
A lanciare l'allarme sono organizzazioni caritative come Age UK e Alzheimer's Society, che hanno scritto una lettera aperta al ministro della sanità, Matt Hancock, in cui tra l'altro invocano un pacchetto di sostegni governativi sociali per la terza età legati alla pandemia. La questione è stata ripresa dai media e dall'opposizione laburista, che chiede al governo conservatore chiarezza e un'indagine accurata ora sulla mortalità negli ospizi.
Mentre il "Guardian" cita i dati di due delle maggiori società britanniche di gestione di case di riposo e cura che indicano un numero di 521 morti complessivi legati direttamente o indirettamente al Covid-19 nelle loro strutture sparse per l'isola registrati nelle ultime settimane: numero da aggiungere agli oltre 11'000 censiti fino a ieri negli ospedali del paese.
L'Ons, l'ufficio nazionale delle statistiche, ha in effetti già inserito nelle proprie statistiche nazionali i casi registrati fuori dagli ospedali, ma le sue indicazioni - più capillari - arrivano con 10 giorni di ritardo.
Al momento esse rilevano al 3 aprile circa un 90% di decessi concentrati fra i pazienti ospedalieri, oltre a 406 morti aggiuntive legate almeno come concausa al coronavirus in ricoveri o case private: un incremento destinato a superare quota mille proiettando lo stesso dato fino a oggi.