Estero

L'Oms: in Europa metà dei morti da Covid-19 nelle case di riposo

L'agenzia dell'Onu denuncia 'una tragedia umana inimmaginabile'. Gran Bretagna, di exit atrategy non si parla nemmeno.

(Ti-Press)
23 aprile 2020
|

In diversi Paesi d'Europa la metà dei morti da coronavirus sono anziani ospitati nelle case di riposo, falcidiati in massa dal Covid-19. "Una tragedia umana inimmaginabile", quella denunciata dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ha fotografato una situazione ancora "profondamente preoccupante" vissuta in questo tipo di strutture.

Tra i Paesi dove il fenomeno è risultato più eclatante figura la Francia, dove al 15 aprile il 49,4% dei morti erano residenti in case di riposo, secondo dati comunicati dall'Oms alla France Presse. In Irlanda il numero dei decessi in queste strutture - emerge dai dati aggiornati al 13 aprile - risultava addirittura il 55,2% del totale.

Sin dall'inizio, quando arrivavano le notizie dei primi decessi e i primi dati sulla mortalità, era stato segnalato che gli anziani - e con loro spesso anche le persone chiamate a prendersene cura - fossero le vittime più colpite del nuovo coronavirus.

'Ripensare con urgenza il funzionamento delle case di cura'

Il direttore europeo dell'agenzia delle Nazioni Unite, Hans Kluge, ha invitato a ripensare con urgenza il modo in cui funzionano le case di cura "oggi e nei mesi a venire". Sottolineando che "le persone compassionevoli e dedicate che lavorano in quelle strutture - spesso sovraccaricate di lavoro, sottopagate e prive di protezione adeguata - sono gli eroi di questa pandemia".

Intanto, l'Europa procede a velocità alternate - quasi a tentoni - verso la cosiddetta fase 2 del graduale ritorno a una parvenza di normalità. Da ultima è stata la cancelliera tedesca Angela Merkel a tirare il freno, criticando la fretta di riaprire degli Stati federati. Nell'allentare le restrizioni, alcuni Länder "sono stati molto decisi, per non dire troppo decisi", ha sottolineato davanti al Bundestag, il parlamento tedesco. La cancelliera ha precisato che la situazione è "ingannevole e fragile" e ha messo in guardia dal rischio che la Germania possa perdere i buoni risultati ottenuti finora nella gestione dell'emergenza.

In Germania, il tasso di contagio del coronavirus è lievemente salito negli ultimi giorni, e adesso ogni persona contagia quasi una persona, e anche il tasso di mortalità è aumentato: era al 3,2% due giorni fa, con 5'094 vittime e 148'046 contagiati.

Regno Unito, exit strategy ancora lontana

Nel Regno Unito il lockdown generale, introdotto dal premier britannico Boris Johnson il 23 marzo e poi rinnovato, sarà soggetto a una seconda verifica il 3 maggio. Ma al momento il governo considera prematuro anche solo parlare di piani futuri di exit strategy, dati i numeri tuttora elevati di contagi e morti nel Paese.

La Francia, come già altri Paesi europei, si avvia invece verso la riapertura delle scuole l'11 maggio, anche se dall'Eliseo è arrivata una precisazione: il ritorno degli alunni sui banchi sarà su base volontaria dei genitori e senza obblighi. La prossima settimana si dovrebbe conoscere il piano complessivo del governo francese per entrare nella fase 2.

Potranno invece tirare finalmente un sospiro di sollievo i bambini in Spagna. A partire da domenica i minori di 14 anni saranno autorizzati a uscire un'ora al giorno fra le 9 del mattino e le 21, sempre accompagnati da un adulto e a massimo un chilometro da casa. L'ultimo miglio - sperano in tanti - prima della libertà definitiva.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE