Italia

Coronavirus, la curva in Italia rallenta. 'Settimana decisiva'

Intanto da domani tutte le attività produttive non essenziali rimarranno chiuse. Vietati gli spostamenti al di fuori del proprio comune.

Milano Porta Garibaldi: controlli incentivati per evitare l'esodo al Sud (Keystone)
22 marzo 2020
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Dopo settimane di avanzata implacabile - ieri il picco con 793 morti in un giorno - in Italia arriva la prima frenata per il Covid-19. Il bollettino quotidiano registra ora 651 morti e 3'957 positivi in più rispetto a sabato, quando questi ultimi erano stati 4'821.

Numeri sempre pesanti, ma, indica il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, «in controtendenza e che ci auguriamo possano essere confermati nei prossimi giorni. Non abbassiamo la guardia». E in attesa di un consolidamento del dato, il governo italiano vuole evitare nuove fughe di massa al Sud, come quelle dei giorni scorsi, dopo l'annuncio di sabato del premier Giuseppe Conte sull'ulteriore stretta alle attività produttive, con la chiusura di tutte quelle non essenziali. Un'ordinanza firmata dai ministri Luciana Lamorgese e Roberto Speranza blocca così tutti gli spostamenti dal comune "in cui ci si trova", salvo che "per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute".

Dato in lieve flessione, si attendono conferme

Borrelli ed il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, evitano di sbilanciarsi troppo, nel consueto punto stampa delle 18. D'altra parte, i contagiati sono diventati 46'638 e le vittime ben 5'476 (3'456, il 63% del totale, in Lombardia). E in ossequio al detto della rondine che non fa primavera, aspettano altre conferme nei prossimi giorni. Locatelli parla di dato «in lieve deflessione» ed invita a «non farsi prendere da facili entusiasmi» nè «a sopravvalutare questa tendenza». Le prima misure stringenti di contenimento, ricorda, «sono state adottate l'11 marzo, quindi ci aspettavamo di vedere risultati a partire da 2-3 settimane. La prossima settimana sarà da questo punto di vista assolutamente cruciale e ci aspettiamo di vedere un segnale di inversione di tendenza».

Primi segnali?

La serrata a spostamenti ed attività, dunque, potrebbe aver cominciato a piegare la curva dei contagi. «Siamo arrivati al massimo delle misure di prevenzione del contagio in termini di attività sociali e lavorative», osserva l'esperto. Ora, aggiunge, «è importante frenare il contagio interfamiliare, l'altro grande motore di diffusione del virus». L'appello, in particolare, è ai 23mila positivi che si trovano in isolamento domiciliare: occorre «limitare i contatti esterni per interrompere la catena di trasmissione».

L'ordinanza anti-fuga

L'84% delle vittime (solo l'1% ha meno di 50 anni) si è registrato in 3 regioni: Lombardia (3'456), Emilia Romagna (816) e Piemonte (283). Nelle altre regioni l'epidemia si sta diffondendo più lentamente ed il sistema sanitario sta reggendo, ma proprio per questo il Governo - anche accogliendo le richieste di doversi governatori del Sud - vuole evitare le scene già viste degli assalti ai treni che vanno verso il Meridione ed i trasferimenti nelle seconde case o in quelle dei parenti. L'ordinanza di Lamorgese e Speranza, valida da oggi e che sarà contenuta nel nuovo decreto in Gazzetta Ufficiale domani, vieta così "a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in un comune diverso da quello in cui si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute". Cassata la formulazione precedente che consentiva "il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza".

Le forze dell'ordine vigileranno sul rispetto delle prescrizioni. E già diversi italiani sono stati respinti dai controlli alla Stazione centrale di Milano mentre provavano a salire sui treni per Napoli e Salerno. Misure drastiche erano state sollecitate a Conte dal governatore della Campania, Vincenzo De Luca. I presidenti di Calabria e Basilicata, Jole Santelli e Vito Bardi, avevano già abbassato le sbarre vietando con un'ordinanza gli spostamenti in entrata ed in uscita dalle due regioni.

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