Estero

Caos politico in Perù, sciolto il Parlamento

Mentre il presidente Vizcarra annuncia elezioni legislative il 26 gennaio, il Paese latinoamericano è percorso da massicce proteste nelle principali città

Foto Keystone
1 ottobre 2019
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Presidente (e forze armate) contro Parlamento anche in Perù. Un improvviso e duro scontro istituzionale che ha fatto impennare la tensione nel Paese, percorso da proteste massicce nelle principali città.
Lo scontro è stato originato dalla decisione del presidente della Repubblica Martín Vizcarra di sciogliere il Parlamento e convocare nuove elezioni legislative per il 26 gennaio 2019. Un annuncio respinto dal legislativo controllato dai partiti di opposizione Fuerza Nueva (ispirato dall’ex presidente Fujimori) e Apra, che hanno votato all’unanimità la sospensione per “incapacità temporanea” di Vizcarra, ed eletto la vicepresidente Mercedes Araoz Fernández. 
È l’esito, non definitivo, di un durissimo scontro in corso da mesi in Perù, durante i quali Vizcarra ha cercato di spingere i parlamentari a votare riforme strutturali che soprattutto contrastino la corruzione in tutti i livelli dell’amministrazione. 
A spingere il presidente a sciogliere il Parlamento è stato il rifiuto dell’assemblea di esaminare una mozione di fiducia posta ad un progetto di legge di riforma del metodo di elezione dei giudizi della Corte costituzionale. L’esecutivo considera  fondamentale la riforma per evitare che il potere giudiziario venga infiltrato da personalità corrotte. A quel punto, come gli consente la Costituzione Vizcarra ha decretato lo scioglimento dell’Assemblea. 
Il presidente ne ha spiegato in tv le ragioni, e immediatamente a Lima e in molte altre città del Paese si sono formate importanti manifestazioni. Il capo dello Stato ha incassato l’appoggio dei vertici delle forze armate e della polizia, dell’Assembrea dei governatori e di quella dei sindaci. Sfumata, ma sostanzialmente vicina a Vizcarra la posizione della gerarchia cattolica: il presidente della Conferenza episcopale Miguel Cabrejos Vidarte ha sostenuto che “il momento che sta vivendo il Paese rappresenta una opportunità per combattere la corruzione a tutti i livelli”. 
In una conferenza stampa, il presidente del Parlamento Pedro Olaechea ha invece accusato Vizcarra di avere tentato  un colpo di stato, sostenendo che lo scioglimento del legislativo è illegale  perché formulato dopo il voto che lo sospendeva dalla carica. 
L’ultima volta che il Parlamento è stato sciolto in Perù fu nell’aprile 1992, in occasione dell’autogolpe delle stesso allora presidente Alberto Fujimori.

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