Estero

Aiutò dj Fabo a morire in Svizzera, assolto

Stabilendo specifiche condizioni e modalità procedimentali, la Corte costituzionale italiana ha definito lecito l'aiuto al suicidio in casi come quello di dj Fabo

Marco Cappato non è punibile (Keystone)
25 settembre 2019
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È lecito l'aiuto al suicidio nei casi come quelli del Dj Fabo. La Corte Costituzionale italiana ha ritenuto non punibile ai sensi dell'articolo 580 del codice penale, a determinate condizioni, "chi agevola l'esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli".

Al centro della vicenda era il caso di Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, sotto processo a Milano per aver fornito 'aiuto al suicidio' a Fabiano Antoniani (Dj Fabo), deceduto in Svizzera con il suicidio assistito.

La Corte costituzionale ha previsto "specifiche condizioni e modalità procedimentali", perché l'aiuto al suicidio rientri nelle ipotesi non punibili, "per evitare rischi di abuso nei confronti di persone specialmente vulnerabili, come già sottolineato nell'ordinanza 207 del 2018". Lo si legge in un comunicato della Consulta.

In attesa di un "indispensabile intervento del legislatore", la Corte Costituzionale ha "subordinato la non punibilità al rispetto delle modalità previste dalla normativa sul consenso informato, sulle cure palliative e sulla sedazione profonda continua (articoli 1 e 2 della legge 219/2017) e alla verifica sia delle condizioni richieste che delle modalità di esecuzione da parte di una struttura pubblica del Servizio sanitario nazionale (Ssn), sentito il parere del comitato etico territorialmente competente".

Cappato: 'Da oggi in Italia siamo tutti più liberi'

"Da oggi in Italia siamo tutti più liberi anche quelli che non sono d'accordo. Ho aiutato Fabiano perché ho considerato un mio dovere farlo. La Corte costituzionale ha chiarito che era anche un suo diritto costituzionale per non dover subire sofferenze atroci. È una vittoria di Fabo e della disobbedienza civile, ottenuta mentre la politica ufficiale girava la testa dall'altra parte. Ora è necessaria una legge". Lo afferma Marco Cappato commentando la sentenza della Consulta.

"La Corte costituzionale - aggiunge l'avv. Filomena Gallo, segretario dell'Associazione Luca Coscioni e coordinatore del collegio di difesa di Marco Cappato - apre la strada finalmente a una buona normativa per garantire a tutti il diritto di essere liberi fino alla fine, anche per chi non è attaccato a una macchina ma è affetto da patologie irreversibili e sofferenze insopportabili, come previsto dalla nostra proposta di legge di iniziativa popolare per l'eutanasia legale depositata alla Camera dei Deputati nel 2013". "Mi auguro - prosegue - che finalmente il Parlamento si faccia vivo.

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