Estero

La 'ndrangheta mirava ai parcheggi di Malpensa

L'indagine 'Kirimisa' è partita nell'aprile 2017. Le cosche puntavano ai parcheggi attorno all'aeroporto di Malpensa e alla costruzione di nuove attività commerciali

4 luglio 2019
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Le cosche mafiose della n'drangheta puntavano a mettere le mani sui parcheggi di Malpensa. È quanto emerge da un'indagine "Krimisa", avviata nell'aprile 2017 dagli inquirenti milanesi. Indagine che si sono concretizzata questa mattina con il Bliz dei carabinieri di Milano in otto province italiane. Nel mirino 34 persone ritenute, a vario titolo, coinvolte nella vicenda.

Tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare vi sono anche Enzo Misiano, consigliere comunale di Fratelli d'Italia a Ferno (Varese) e Peppino Falvo, coordinatore regionale dei cristiano-popolari. Misiano è stato arrestato con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso mentre Falvo è stato denunciato per voto di scambio e nei suoi confronti è stata effettuata una perquisizione. Secondo quanto riferito dall'ex sindaco di Lonate Pozzolo, Danilo Rivolta (arrestato nel 2017 in un'altra indagine e non indagato in questa inchiesta), Falvo avrebbe avuto un ruolo di intermediario con le cosche per fargli ottenere un pacchetto di 300 voti in cambio dell'assunzione ad assessore alla Cultura di Patrizia De Novara, nipote di Alfonso Murano, ucciso il 28 febbraio del 2006 con sei colpi di pistola al in via Piantanida, a Ferno, mentre era al vertice della locale di Lonate Pozzolo. "L'incarico è stato effettivamente assegnato - hanno spiegato gli inquirenti in conferenza stampa - e quando l'assessore è stata invitata a un incontro sulla legalità, per coerenza con la propria storia ha preferito non partecipare".

Nell'ordinanza si legge che Misiano, 41enne di Busto Arsizio (Varese), si è messo "a completa disposizione degli interessi del 'locale', cooperando con gli altri associati nella realizzazione del programma criminoso", oltre a risultare "uomo di fiducia e autista di Giuseppe Spagnolo, elemento di spicco della cosca Farao-Marincola". Assieme a Spagnolo avrebbe partecipato a due summit (il 16 maggio 2017 e il primo dicembre 2017) "nel corso dei quali venivano definite strategie comuni e risolti contrasti interni al gruppo" tra cui la pacificazione tra Mario Filippelli (condannato nel 2010 per associazione mafiosa e tornato in libertà nell'agosto 2017) ed Emanuele De Castro (condannato per lo stesso reato nel 2011 e tornato in libertà nell'ottobre 2015). Misiano avrebbe svolto anche il delicato ruolo di anello di congiunzione tra la cosca e la politica nella sua qualità di responsabile per i territori dei comuni di Ferno e Lonate per Fratelli d'Italia. Da Spagnolo era stato nominato referente politico dei "calabresi" nell'area. Come consigliere del comune di Ferno e membro della Commissione Territorio e della Commissione elettorale, ha posto "la propria opera a disposizione del gruppo criminale, occupandosi delle pratiche amministrative pendenti presso l'amministrazione comunale di Ferno, anche condizionandone l'esito e suggerendo escamotage e cavilli volti ad eludere oneri e costi amministrativi e fiscali".

 
 
Cronaca della mattinata

Sono 400 i carabinieri impegnati nell'esecuzione dell'ordinanza nelle province di Milano, Ancona, Aosta, Cosenza, Crotone, Firenze, Novara e Varese. I destinatari del provvedimento (27 in carcere e 7 ai domiciliari) sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, danneggiamento seguito da incendio, estorsione, violenza privata, lesioni personali aggravate, minaccia, detenzione e porto abusivo di armi, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti (tutti aggravati perché commessi avvalendosi del metodo mafioso e al fine di agevolare le attività dell'associazione mafiosa), truffa aggravata ai danni dello Stato e intestazione fittizia di beni, accesso abusivo a un sistema informatico o telematico.

L'indagine è partita nell'aprile 2017 e ha documentato la capacità dell'associazione di infiltrarsi negli apparati istituzionali dell'area di Varese. Gli investigatori hanno inoltre accertato che dalla seconda metà del 2016 era in corso un processo di ridefinizione degli assetti organizzativi della locale di 'ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo, a seguito della scarcerazione di due boss in contrasto tra loro. 

Le cosche puntavano ai parcheggi attorno all'aeroporto di Malpensa e alla costruzione di nuove attività commerciali in aree nei comuni adiacenti. È uno degli aspetti che emergono dall'inchiesta 'Krimisa' che questa mattina ha portato all'arresto di 34 persone accusate a vario titolo di reati commessi con l'aggravante del metodo mafioso. Il gip della procura di Milano ha disposto il sequestro di due parcheggi privati, "Malpensa Car Parking" e "Parking Volo Malpensa", oltre a metà delle quote della società "Star Parkings", che non si trovano nell'area aeroportuale. In totale il decreto ha consentito di sequestrare beni per un valore complessivo di 2 milioni di euro. I carabinieri sono riusciti a documentare summit criminali durante i quali, oltre alle questioni prettamente politiche, c'era anche la pianificazione imprenditoriale della cosca, i cui proventi erano investiti in parte nell'acquisto di ristoranti e di terreni per la costruzione di parcheggi poi collegati con navette all'aeroporto.

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