Estero

In Baviera crollano i cristiano-sociali, sfondano i Verdi

Ecologisti seconda forza del Land. Avanza, in modo contenuto, l'ultradestra. Grosse Koalition a rischio tenuta

Horst Seehofer, di spalle (Keystone)
15 ottobre 2018
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Le urne provocano l'atteso terremoto in Baviera, dove i cristiano-sociali di Horst Seehofer perdono la maggioranza assoluta, crollando al 37,3%. Sfondano i Verdi, che diventano la seconda forza del Land, mentre è drammatico il tonfo per i socialdemocratici, spodestati proprio dagli ecologisti. Anche nel sud della Germania infine avanza l'ultradestra, con l'ingresso nel parlamento regionale di Alternative fuer Deutschland, che conquista sì le due cifre ma non i risultati clamorosi che sperava. Stando alle ultime proiezioni, la Csu ha il 37,3%, l'Spd il 9,5%, i Freie Waehler l'11,6%, i Verdi il 17,8%, l'ultradestra di Afd il 10,7% e i Liberali il 5. Resta fuori dal Parlamento la sinistra della Linke.

Schiaffo ad Angela Merkel

La parola "monito" viene usata proprio nella Cdu di Angela Merkel nei commenti a caldo dei risultati bavaresi, che rappresentano un schiaffo sonoro ai grandi partiti della tradizione. Il voto di Monaco "è un monito alla Cdu", ha affermato la segretaria del partito Annegret Kramp-Karrembauer, e dunque anche alla cancelliera. E le prime analisi degli sconfitti concordano: la colpa del terremoto politico nel Land del sud, dove la Csu ha perso la maggioranza assoluta e l'Spd ha visto i suoi voti dimezzati, è a Berlino, dove il governo di una Merkel indebolita non ha fatto altro che litigare. Nella capitale di solito si ripete che le elezioni regionali non debbono avere implicazioni a livello federale, ma stasera è chiaro che nessuno è disposto ad andare avanti nella corsa a ostacoli provocata dal bellicoso Horst Seehofer. Per questo motivo, l'epilogo quasi scontato di queste urne è che venga messo alla porta proprio il leader del partito, che da ministro dell'Interno ha messo in difficoltà sia gli alleati dell'esecutivo sia i colleghi in Baviera. Alle porte tuttavia ci sono anche le urne in Assia, fra 15 giorni, ed è ancora forte lo shock creato dalla sconfitta della Merkel nel suo gruppo parlamentare, dove il fidatissimo Volker Kauder è stato estromesso dal Ralf Brinkhaus.

Seehofer non si dimetterà

Horst Seehofer manterrà i suoi incarichi nonostante i risultati delle elezioni bavaresi. "Ovviamente continuerò a portare avanti la mia responsabilità", ha affermato il leader dei cristiano sociali, ministro dell'Interno del governo Merkel, commentando gli esiti del voto che vedono la csu perdere la maggioranza assoluta. "Parleremo con tutti i partiti. Non tratteremo con Afd". Lo ha detto il candidato presidente della Csu in Baviera, Markus Soeder, parlando alla tv Ard. Soeder ha anche affermato che "le liti non hanno aiutato" e che bisogna adesso andare avanti "con spirito costruttivo e maggiore ottimismo".

Katharina, l'astro nascente dei Verdi tedeschi

Trentatré anni, giovane, sorridente, dalla retorica travolgente, la capogruppo dei Verdi al Parlamento regionale è una dei due candidati di punta del partito, insieme a Ludwig Hartmann. Schulze ha studiato psicologia e politica e ha imparato come si fa campagna elettorale negli Usa nel 2008, seguendo le prime presidenziali di Barack Obama. Il suo ambito è la politica interna e il suo cavallo di battaglia è insolito per un partito come quello dei Verdi: più poliziotti nelle strade, per garantire uno stato di diritto più forte e, al tempo stesso, "meno polizia ai confini bavaresi visto che viviamo in un'Europa unita", come ha detto di recente in un'intervista televisiva. Per il resto cavalca i temi tradizionali del suo partito: qualità dell'aria e delle acque, agricoltura sostenibile, pensioni minime garantite. Sul tema, scottante per la Baviera, della migrazione il motto di Schulze è che la migrazione "va guidata e non semplicemente amministrata", e in particolare gli 'Ankerzentren', uno specifico tipo di centri di accoglienza per migranti, non sono una soluzione auspicabile perché ostacolano l'integrazione invece di favorirla. Schulze ha fatto una campagna elettorale a tappeto, senza mancare mai un appuntamento o un'occasione e sempre con un microfono in mano. Presenzialista, la definiscono i media.

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