Estero

La chiesa olandese avrebbe coperto abusi sessuali per anni

I reati sarebbero stati commessi tra il 1945 e il 2010. Quattro prelati avrebbero commesso abusi in prima persona. “Parte del rapporto potrebbe essere confermata”

archivio Ti-Press
16 settembre 2018
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Una nuova bufera rischia di abbattersi sulle Chiese europee, sull'onda senza fine dello scandalo pedofilia. Nel corso di 65 anni, 20 dei 39 cardinali olandesi, vescovi e loro ausiliari che si sono susseguiti risulterebbero coinvolti nella copertura di abusi sessuali su minori, commessi tra il 1945 e il 2010. Quattro di loro avrebbero commesso abusi in prima persona. Lo riporta il quotidiano olandese Nrc. La portavoce della Chiesa olandese Daphne van Roosendaal - riferisce il Guardian, che riprende la notizia - sostiene che parte del rapporto potrebbe essere confermata.

Sempre secondo la portavoce della Chiesa olandese "i nomi di diversi vescovi corrispondono a quelli citati in un rapporto commissionato dalla Chiesa nel 2010". Per la maggior parte, i religiosi accusati sono deceduti. Quelli ancora vivi, riporta l'olandese Nrc, si sono rifiutati di rilasciare dichiarazioni.

Le nuove, pesanti ombre sulla Chiesa olandese arrivano solo a pochi giorni dal rapporto-shock sulla Germania, dove uno studio a tappeto nella Chiesa cattolica ha dato risultati inquietanti: 3.677 minori sono stati coinvolti in casi di abuso da parte dei sacerdoti in un arco di quasi 70 anni dal 1946 al 2014. In tutto sono 1.670 i sacerdoti accusati di aver abusato sessualmente di bambini, che nella metà dei casi avevano meno di 13 anni. A rivelarlo i media tedeschi Der Spiegel e Die Zeit, anticipando alcuni stralci del rapporto commissionato dalla Conferenza dei Vescovi della Germania a tre università tedesche, documento che dovrebbe essere presentato a Fulda, in Assia, il 25 settembre prossimo dal cardinale Reinhard Marx, capo dell'episcopato di Germania e tra i più stretti collaboratori di papa Francesco.

Piove sul bagnato, si direbbe, dopo che i report d'indagine su Stati Usa, come la Pennsylvania, hanno dato esiti ugualmente angoscianti su decenni di crimini dei preti pedofili e sulle coperture anche da vescovi oggi in posizioni chiave, vedi il cardinale di Washington, Donald Wuerl, che sta per recarsi in Vaticano per discutere le dimissioni col Papa. Il capitolo pedofilia, quindi, si fa sempre più esplosivo, in un momento in cui gli oppositori al pontificato di Bergoglio ne fanno uso per attaccare il Papa: è il caso del 'dossier' Viganò, che ne ha chiesto le dimissioni per aver ignorato le informazioni sugli abusi gay dall'altro ex cardinale di Washington, Theodore McCarrick, cui poi Francesco ha revocato la porpora.

Su questi temi è intervenuto oggi Steve Bannon, ex capo stratega della Casa Bianca, cattolico di area conservatrice, in un'intervista a News Mediaset trasmessa da Tgcom24. "Papa Francesco non dovrebbe assolutamente dimettersi. Lui è il vicario di Cristo sulla terra. Ma la gente deve capire la portata del danno inferto dalla e alla Chiesa cattolica. E' per questo che invoco un Tribunale. Un Tribunale indipendente dalla Chiesa. Oggi la Chiesa cattolica a livello globale sta affrontando una minaccia esistenziale", ha detto. "Voglio essere brutalmente franco - ha poi aggiunto sull'ultima decisione del Papa -. Una riunione dei presidenti delle Conferenze episcopali a febbraio è troppo tardi. Il Papa dovrebbe convocare tutti i vescovi adesso per essere lì domani. Leggetevi il rapporto dei giudici della Pennsylvania - è ripugnante. Solo leggendolo si può capire quali siano le implicazioni non solo morali ma anche finanziarie per la Chiesa cattolica nel mondo. E' una crisi esistenziale che deve essere affrontata adesso".
 
 

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