Estero

Fondi Lega Nord, il sequestro è confermato

Accolto il ricorso sulla confisca di 49 milioni di euro di rimborsi non dovuti allo Stato. Salvini: «Sono tranquillo». Conte: «Per la Lega ora sarà difficile»

6 settembre 2018
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Il tribunale del riesame di Genova ha confermato il sequestro dei beni della Lega al fine di recuperare i 49 milioni di euro di rimborsi elettorali non dovuti dal 2008 al 2010. Una truffa nei confronti dello Stato per cui l'ex segretario Umberto Bossi e l'ex tesoriere Francesco Belsito sono stati condannati in primo grado. Immediata la replice dell'attuale leader del partito Matteo Salvini. «Se vogliono toglierci tutto, facciano quello che credono: abbiamo gli italiani con noi», ha affermato il ministro dell'Interno, aggiungendo che si trattano «vicende del passato» e auspicando che «che la procura di Genova impegni il suo tempo sul disastro autostradale. «Sono assolutamente tranquillo – ha concluso Salvini –. Sto attivamente lavorando sul tema dei migranti, i processi alla Storia non mi affascinano». E su Facebook si è detto «sorridente e incazzato»

«Se la condanna dovesse essere confermata il partito chiuderà», aveva invece affermato nei giorni scorsi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti. Al momento, l'importo già sequestrato al partito ammonterebbe a circa tre milioni di euro, e nelle casse della Lega ce ne sarebbero solo cinque. 

La reazione del premier Conte 

Non si sono fatte attendere le dichiarazioni in merito del premier Giuseppe Conte: «Prendo atto che ora per il partito sarà difficile svolgere attività politica». Tuttavia, a chi gli chiedeva se ci saranno ripercussioni sul governo dopo tale sentenza, il premier si è limitato a rispondere «direi di no». 

Le motivazioni dei giudici 

"Siccome la Lega Nord ha direttamente percepito le somme qualificate in sentenza come profitto del reato [...] in quanto oggettivamente confluite sui conti correnti, non può ora invocarsi l'estraneità del soggetto politico rispetto alla percezione delle somme confluite sui suoi conti e delle quali ha direttamente tratto un concreto e consistente vantaggio patrimoniale". Lo scrivono i giudici del riesame nelle motivazioni con cui hanno dato il via libera ai sequestri dei soldi presenti e futuri presenti nelle casse del partito di Salvini. "Non solo non esiste alcuna norma che stabilisca ipotesi di immunità per i reati commessi dai dirigenti dei partiti politici – si legge ancora nelle motivazioni – ma anzi esiste una precisa disposizione di legge che impone la confisca addirittura come obbligatoria nel caso in esame". 

 

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