Estero

Trump torna all'attacco degli alleati Nato

Il capo della Casa Bianca li accusa di non spendere abbastanza per la difesa, a pochi giorni dal vertice dell'Alleanza a Bruxelles

3 luglio 2018
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Donald Trump torna all’attacco degli alleati Nato, accusandoli di non spendere abbastanza per la difesa a pochi giorni dal vertice dell’Alleanza a Bruxelles dove ancora una volta gli occhi saranno puntati sul presidente degli Stati Uniti, anche in vista del faccia a faccia con Putin del 16 a Helsinki che innervosisce non pochi in Europa.

"La pazienza degli Stati Uniti sta per finire", ha scandito il presidente Usa, che questa volta ha affidato la strigliata ad una serie di lettere indirizzate ai leader europei, come riferito dal New York Times. E il tono più risoluto Trump lo ha riservato ad Angela Merkel, scrivendole che la Germania "mina la sicurezza" della Nato e tacciandola di essere "un cattivo esempio" per gli altri alleati non aumentando le proprie spese militari.

Il tema di fondo nelle lettere spedite dalla Casa Bianca a vari leader è quello che Trump porta avanti fin dalla campagna elettorale (almeno questo, in sintonia con Obama): molti alleati non rispettano i paletti fissati al vertice Nato in Galles nel 2014, cioè spendere il 2% del Pil nella difesa nazionale.

Il risultato è che il peso della sicurezza, ha più volte denunciato il presidente americano, alla fine ricade quasi tutto sulle spalle degli Usa. Berlino prima si è trincerata dietro la confidenzialità dei colloqui, assicurando che "il governo tedesco è in stretto contatto con gli Usa sulla questione della politica della sicurezza". Poi, in serata, la ministra della Difesa Ursula von der Leyen ha precisato che la Germania spende "quanto è necessario": "L’innalzamento del budget della nostra Difesa è iniziato nel 2014" con il presidente Obama "e da allora è cresciuto con grande trasparenza".

Stessa reazione dalla Norvegia, affidata alla Associated Press dal ministro della Difesa Frank Bakke-Jensen: "La Norvegia procede sulla sua decisione presa al vertice Nato nel 2014". Mentre il premier italiano Giuseppe Conte, in conferenza stampa, ha sottolineato: "Sarò al vertice Nato e a Trump ho risposto appellandomi a un ’pledge’. L’Italia contribuisce, ma le forme di contribuzione non sono solo in misura economica bensì anche con interventi strategici per la Nato. Queste forme di contribuzione vanno considerate assieme". E il riferimento, ovviamente, è alle missioni.

Le acque però sono agitate e la scelta di Trump di intervenire senza peli sulla lingua non fa che rimestarle: "È sempre più difficile – ha scritto il tycoon alla cancelliera – giustificare agli americani il perché alcuni Paesi non condividono il peso della sicurezza nella Nato, mentre i soldati americani continuano a sacrificare le loro vite all’estero o a tornare a casa gravemente feriti". E se questo passaggio, come sottolinea il Nyt, potrebbe lasciar presagire un riposizionamento della presenza militare americana nel mondo se gli alleati non faranno e spenderanno di più, nell’immediato il risultato è di dettare il tono del prossimo vertice a Bruxelles, dove si rischia un altro scontro frontale tra gli alleati dopo lo shock del G7 canadese. Con la differenza – notano gli osservatori – che subito dopo Bruxelles ci sarà Helsinki e il clima teso con i partner potrebbe favorire Vladimir Putin, che punta alle divisioni sul fronte occidentale con l’obiettivo, tra l’altro, di porre fine alle sanzioni verso Mosca. (Ats)

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