Estero

Gaza insanguinata, 4 vittime nella Giornata di Gerusalemme

Il bilancio dei violenti scontri conta oltre 600 feriti, di cui un centinaio colpito da proiettili veri

Bilancio pesante (foto: Keystone)
8 giugno 2018
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Alta tensione anche oggi sul confine tra la Striscia e Israele mentre dall’Iran, nel ’Giorno di Gerusalemme’ contro "l’occupazione sionista", si è invocata la distruzione dello stato ebraico. Quattro manifestanti palestinesi uccisi, tra cui un giovane di 15 anni, e oltre 600 feriti (uno in condizioni gravissime), sono il bilancio dei violenti scontri con l’esercito israeliano avvenuti durante l’undicesima ’Marcia del Ritorno’.

Dimostrazione che, appoggiata da Hamas, ha portato circa 10mila dimostranti di fronte ai reticolati di frontiera. Cinque i punti di frizione lungo tutto il confine in quella che secondo le intenzioni del Comitato organizzatore doveva essere la manifestazione maggiore, nell’ultimo venerdì di Ramadan, tra quelle svoltesi a partire dal 30 marzo scorso.

Una situazione di allarme destinata a protrarsi, con l’esercito israeliano che in serata ha attivato attorno alla Striscia il sistema di difesa antimissile, Iron Dome, nel timore di razzi da Gaza. Gli scontri maggiori – come di consuetudine – sono cominciati al termine delle preghiere del venerdì nelle moschee, mentre già in precedenza davanti ai reticolati gruppi di giovani avevano dato fuoco ai copertoni per impedire con il fumo la visuale ai tiratori scelti israeliani schierati dall’altra parte del confine.

Tra i manifestanti anche la madre di Razan Najjar – la giovane paramedica uccisa lo scorso venerdì il cui ruolo di operatrice sanitaria è stato contestato dall’esercito israeliano – che indossava, secondo fonti locali, il camice bianco della figlia quando è stata colpita.

Il ministero della Sanità di Gaza ha detto che negli scontri di oggi, 117 dei feriti sono stati raggiunti da "proiettili veri", gli altri intossicati dai lacrimogeni. Tra i primi anche un fotografo della Agenzia di stampa francese, Afp, colpito ad un piede. Ieri sera il capo di Hamas nella Striscia, Ismail Hanyeh, ha preannunciato che le ’Marce del Ritorno’ andranno avanti ad oltranza fino "alla rimozione del blocco" di Gaza da parte di Israele.

L’esercito dello stato ebraico ha denunciato che "i dimostranti hanno bruciato gomme, tirato tubi ed ordigni esplosivi e sassi verso i soldati, tentando di danneggiare i reticolati. Hanno anche lanciato un aquilone con attaccato un ordigno esplosivo che è deflagrato in aria". Secondo i media israeliani sono stati lanciati da Gaza oltre confine 100 aquiloni incendiari che hanno provocato 45 roghi. L’agenzia Ap ha riferito che alcuni dimostranti palestinesi hanno indossato casacche "simili a quelle vestite dai deportati ebrei" per denunciare che "l’occupazione israeliana sta commettendo gli stessi massacri perpetrati dai nazisti".

"Israele – ha detto questa mattina il presidente Hassan Rohani in occasione della ’Giornata di Gerusalemme’ celebrata in Iran – non potrà mai sentire di essere in un posto sicuro. Oggi, le nazioni dichiarano che la liberazione di Gerusalemme e dell’intero territorio palestinese è la nostra causa e la nostra aspirazione". L’esercito israeliano anche oggi ha sottolineato che dietro le ’Marce del Ritorno’ e le manifestazioni violente sul confine c’è l’Iran.

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