Estero

Mattarella: governo neutrale fino al 31 dicembre

Il capo dello Stato italiano si appella alla responsabilità dei partiti. Ma le prime reazioni sono negative e il voto si avvicina

Keystone
(Sono un po' stanchino)
7 maggio 2018
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Sergio Mattarella si appella alla responsabilità dei partiti per dar vita in Italia ad un governo neutrale che lavori fino al 31 dicembre, anche per varare la legge di bilancio.

Se fosse bocciato alle Camere – spiega il presidente della Repubblica – si andrà al voto subito, a luglio o in autunno.

Il capo dello Stato italiano non si è sbilanciato sulla preferenza delle due date, elencandone i pro e i contro.

Il governo neutrale sarà "un governo di garanzia: appunto per questo chiederò ai suoi componenti l’impegno a non candidarsi alle elezioni", ha aggiunto Mattarella in un passaggio del suo intervento dopo le consultazioni con i partiti.

Le reazioni portano un coro di 'no. Il voto si avvicina

Se dal Pd il sostegno al Colle è pieno, Lega e M5S non aspettano l’appuntamento in Parlamento e poco dopo il discorso del presidente fanno sapere di non essere disponibili a offrire i propri voti a un Esecutivo di tregua.

Luigi Di Maio, il capo politico dei pentastellati salito al Colle per primo in questa lunga giornata, ribadisce le posizioni del Movimento: sì al dialogo con Salvini, contemplando anche un passo indietro sulla leadership, no a Forza Italia; in alternativa, si voti a luglio, continuano a ribadire i 5S anche a sera, sancendo la chiusura a qualsiasi opzione di salvataggio della Legislatura.

Stessa linea dal leader del Carroccio, che insiste nel sostenere un governo di centrodestra o il ritorno alle urne "il prima possibile". Centrodestra che dopo 60 giorni di trattative e ’forni’ arriva sfibrato dai sospetti reciproci e dai litigi sempre più manifesti: "Contiamo che Berlusconi – dice infatti sempre Salvini – mantenga la parola data e abbia la nostra stessa coerenza, poi gli italiani ci daranno la maggioranza assoluta e cambieremo l’Italia da soli".

Forza Italia, come anche il Cavaliere mostra al termine delle consultazioni con un atteggiamento compito ma imbronciato nei confronti dei compagni di coalizione, si trova in difficoltà e pur assicurando di cercare la condivisione prende ufficialmente posizione contro un ritorno alle urne in estate.

Elezioni bis a giugno sono comunque escluse, chiarisce il Colle, e dunque chi vuole accelerare punta sull’inedito scenario di chiamare i cittadini a un nuovo voto il mese successivo. Calendario alla mano la data più probabile, osservano fonti parlamentari, non sarebbe neanche la domenica 8, come invocato da Lega e 5S al termine di un vertice tra i leader alla Camera, bensì quella addirittura del 22 luglio con una campagna elettorale dunque da fare sotto gli ombrelloni.

L’alternativa d’altro canto forse è anche peggiore: nuove elezioni in autunno portano con sé il rischio dell’esercizio provvisorio e di esporre il Paese alla speculazione finanziaria. Due scenari che Mattarella non nasconde di voler scongiurare ed è per questo che si assume la responsabilità di proporre un governo che possa traghettare il Paese in questa difficile fase senza rinunciare all’idea che, settimana dopo settimana, possa maturare in Parlamento quell’intesa che finora non si è consumata fra le forze politiche. A quel punto, la squadra di governo formata su input del Colle andrebbe a casa e nascerebbe un nuovo governo politico. Altrimenti, ci sarebbero comunque le urne ma nel 2019.

Tra i big, gli unici a essere apertamente a favore di questo progetto sono i dirigenti Dem: l’appoggio al capo dello Stato nel tentativo di dare intanto un Esecutivo nella pienezza dei propri poteri al Paese, dunque in grado di assolvere i compiti delicati anche a livello internazionale, viene infatti sostenuto un po’ da tutte le correnti, Renzi compreso.

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