La testimonianza di un giubiaschese in vacanza: 'Quando ci hanno rilasciati c'è stato uno scontro armato con l'esercito locale'. È il secondo caso dal 2018
Dodici persone che si trovavano in Camerun in vacanza sono state catturate lunedì da guerriglieri armati e poi liberate dopo qualche ora. Stando al 'Cameroon tribune' fra i turisti c'erano sette ticinesi: si tratta di Tiziana Ruotolo, Katia Emilia Cereghetti Soldini, Silvana Carla Quattrini, Fulvio Soldini, Carlo Rondelli Numa, Alfredo Eggemann e Athos Ghiringhelli-Vandone. Con loro sono stati presi in ostaggio anche cinque italiani che facevano parte della stessa comitiva. Secondo il portavoce del governo camerunense, i turisti sono stati presi in ostaggio lunedì verso le 16 da un gruppo armato del movimento separatista anglofono nella località di Moungo-Ndor.
Tutti erano in viaggio con il tour operator African Adventures, di cui il titolare è il giubiaschese Athos Ghiringhelli Vandone e che è specializzato in viaggi in fuoristrada e lunghe traversate off road in diversi continenti. I turisti si stavano recando verso l'attrazione turistica 'Twin Lakes' a Maunenguba. Si tratta di due laghi nel sud-ovest del Paese.
«Non c’è stata violenza nei nostri confronti e, nonostante sia stato difficile interpretare la situazione, non abbiamo avuto l’impressione che la nostra vita fosse in pericolo». A parlare di «piccolo problema di percorso», raggiunto telefonicamente dalla ‘Regione’, è Athos Ghiringhelli Vandone di Giubiasco. «Stiamo facendo – racconta il nostro interlocutore – un tour di tre settimane in Camerun e Ciad insieme ad altri turisti italiani. A un certo punto i nostri veicoli sono stati fermati da persone armate. Non sappiamo se appartenessero a una formazione precisa. Abbiamo potuto discutere con loro e abbiamo capito che non ci avrebbero usati come merce di scambio a favore delle loro rivendicazioni nei confronti del governo locale. Ci hanno trattati con rispetto». Le trattative sono andate avanti alcune ore «e infine si sono risolte per noi positivamente». Tuttavia al momento di riprendere il viaggio – prosegue Athos Ghiringhelli Vandone – è sopraggiunta una pattuglia di militari «che ha innescato uno scambio armato col gruppo di guerriglieri. È stato breve, abbiamo udito alcuni colpi. Ma noi, comunque, ci eravamo messi al coperto. Superata questa fase, e chiarita ulteriormente la nostra posizione di turisti, abbiamo potuto recuperare i nostri veicoli e riprendere il viaggio. Stiamo tutti bene».
«È stato un brutto spavento, ma tutto è finito bene» rassicura dal canto suo Alfredo Eggemann di Origlio, intervistato da Ticinonline: «Ci siamo liberati da soli» aggiunge confermando che «non è stato un sequestro violento. Siamo stati trattati bene, non abbiamo subito maltrattamenti».
Avvertito il Dipartimento federale degli affari esteri: si attendono chiarimenti sulla vicenda
Intanto, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha confermato all’ats "il rapimento e la successiva liberazione di sette cittadini svizzeri in Camerun". Le persone interessate stanno tutte bene ed i loro parenti sono già stati contattati. Il capo del DFAE Ignazio Cassis, attualmente in visita ufficiale in Cina, è stato messo al corrente sugli sviluppi della vicenda, indica il dipartimento. Le autorità elvetiche sono ora in contatto con quelle camerunesi per avere chiarimenti in merito al rapimento.
Le rivendicazioni del movimento indipendentista
Il movimento indipendentista, il gruppo armato Ambazonia Defense Forces (ADF), lamenta le discriminazioni degli anglofoni da parte della maggioranza francofona. Il primo ottobre dello scorso anno i separatisti hanno simbolicamente dichiarato l’indipendenza dello Stato "Ambazonia". Il presidente del Camerun Paul Biya ha reagito con forza, ordinando perquisizioni e restrizioni di viaggio. Circa un quinto del Paese è rappresentato da una minoranza anglofona, una divisione linguistica risalente all’era coloniale.
Sale a due il numero di rapimenti di stranieri da inizio 2018
È il secondo rapimento di stranieri nella regione dall’inizio del 2018: due settimane fa l’esercito camerunese aveva liberato un ingegnere tunisino, mentre un secondo è rimasto ucciso. Si tratta della prima vittima straniera morta nel conflitto.