Estero

Terrorismo, cinque arresti in Italia: 'Individuate tutte le pedine'

Gli uomini fermati avevano legami con l'autore della strage al mercatino di Natale di Berlino del 2016. Venti gli indagati con 'diversi livelli di radicalizzazione'

29 marzo 2018
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Nuova operazione antiterrorismo della polizia in Italia. Gli uomini dell'Ufficio centrale per le investigazioni generali e per le operazioni speciali (Ucigos) assieme a quelli delle Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali (Digos) di Roma e Latina hanno arrestato diverse persone riconducibili alla rete di Anis Amri, il tunisino autore della strage al mercatino di Natale di Berlino, ucciso a Sesto San Giovanni (Milano) il 23 dicembre del 2016.

Sono cinque le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Giudice per le indagini preliminari (gip) del Tribunale di Roma nei confronti degli arrestati: i reati ipotizzati sono addestramento e attività con finalità di terrorismo internazionale e associazione a delinquere finalizzata alla falsificazione di documenti e al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.Oltre agli arresti, sono in corso una serie di perquisizioni nelle province di Latina, Roma, Caserta, Napoli, Matera e Viterbo.

Venti persone indagate

Sono in totale 20 le persone indagate dalla Procura di Roma nell’inchiesta che ha portato oggi all’arresto di quattro tunisini e un sedicente palestinese. I soggetti, che gravitano tutti nel territorio del Lazio e in particolare Latina, sono stati monitorati dopo l’attentato di Berlino e l’uccisione, a Sesto San Giovanni (Milano), di Anis Amri. Nel corso di una conferenza stampa, a cui hanno partecipato i vertici della Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali (Digos) di Roma e Latina oltre al procuratore aggiunto Francesco Caporale, è stato spiegato che gli indagati "avevano diversi livelli di radicalizzazione" ma, secondo quanto accertato dagli inquirenti, "frequentavano gli stessi ambienti". "Abbiamo individuato tutte le pedine – hanno spiegato gli investigatori – che si trovavano nel Lazio che avevano un collegamento con Amri, anche se non diretti. Non siamo in presenza di lupi solitari ma tra di loro c’erano diversi radicalizzati". Contestualmente agli arresti sono state svolte una serie di perquisizioni presso le abitazioni degli indagati.

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