il caso

Multe non pagate dai ticinesi: rievocate le ganasce

Il vice direttore del Corriere della Sera è arrivato a suggerire agli italiani sanzionati in Svizzera di chiedere la reciprocità col ''metodo Como''

26 gennaio 2018
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di Marco Marelli

C'è chi, come Giangiacomo Schiavi, vice direttore del ''Corriere della Sera, è arrivato a suggerire agli automobilisti italiani multati in Svizzera di chiedere la reciprocità in base al ''metodo Como'': l'86 per cento delle sanzioni agli automobilisti ticinesi non viene pagata. La notizia che il Comune di Como nei primi nove mesi dello scorso anno non ha incassato 300 mila euro e che il malcostume dura da anni, come era facile immaginare, è stata pubblicata sulla maggior parte dei quotidiani italiani.

Sui social poi ha scatenato coloro che si sono lasciati andare a commenti che si possono facilmente immaginare e che non si possono pubblicare su un quotidiano che viene letto anche da minori. Fra i suggerimenti più gettonati quello di utilizzare le ganasce. Sul versante delle multe non pagate c'è da segnalare quanto succede a Tremezzina, in centro lago, la località più frequentata dai turisti stranieri, oltre che da numerossimi italiani, sia per la bellezza dei luoghi che dalla presenza di alberghi cinque stelle e Villa Carlotta. Se lo scorso gli automobilisti italiani sono stati i più solleciti a pagare (75%), meglio di tutti hanno fatto gli inglesi (80%). Ma anche gli svizzeri hanno rispettato il codice del buon cittadino: il 46% ha pagato la contravvenzione. La maggior parte di loro però erano confederati. Insomma, sono gli automobilisti ticinesi, i ''no pay''? Così pare. Ma c'è chi la pensa in modo diverso: gli indisciplinati sono per lo più italiani che alla guida di autovetture targate Ticino approfittando dal fatto di sapere che la burocrazia italiana è lenta e inefficace.

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