Estero

Flynn confessa sul Russiagate, Trump rischia grosso

L'ex generale oggi a processo
2 dicembre 2017
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Ora Donald Trump trema davvero. Il Russiagate rischia di travolgerlo, a quasi un anno dal suo insediamento alla Casa Bianca. E il presidente americano viene descritto in queste ore come un leone in gabbia, frustrato ma anche furibondo, incontenibile nei suoi scatti d’ira, tenuto a bada a stento dai suoi più stretti collaboratori che temono uscite poco ortodosse su Twitter o con i giornalisti che assediano la Casa Bianca.

La svolta sul fronte delle indagini era attesa da giorni: Michael Flynn ha deciso di patteggiare e davanti al giudice si è dichiarato colpevole, ammettendo di aver mentito all’Fbi su due incontri avuti con l’ex ambasciatore russo a Washington, Sergei Kislyak, lo scorso dicembre. Ma quel che più preoccupa la Casa Bianca è che l’ex consigliere per la sicurezza nazionale si sarebbe detto pronto a testimoniare contro il presidente. E secondo alcune fonti avrebbe già spiegato agli investigatori che l’incarico di contattare il diplomatico moscovita arrivò direttamente da alcuni responsabili della squadra di Trump, durante il periodo di transizione dalla presidenza Obama a quella del tycoon.

"Agii d’intesa con Kushner" avrebbe rivelato agli inquirenti riferendosi al genero-consigliere del presidente. Così l’ex generale Flynn – che rischia fino a cinque anni di carcere ma che ha promesso la massima collaborazione con gli inquirenti – da uno degli uomini più fidati di The Donald si è trasformato nel suo peggiore incubo. È la quarta persona a essere incriminata nell’ambito del Russiagate, ma la prima ad aver ricoperto un ruolo della massima importanza alla Casa Bianca. E dietro la sua potrebbero presto cadere altre teste all’interno dell’inner circle del tycoon: prima fra tutti proprio quella di Kushner, da tempo indagato. E poi anche quella di Donald Junior. Sia il marito di Ivanka che il figlio maggiore di Trump sono coinvolti negli incontri tra Flynn e Kislyak. Sono due gli episodi su cui Flynn ha ammesso di aver mentito all’Fbi lo scorso gennaio.

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