Estero

Berlusconi: niente più assegni milionari all'ex-moglie

17 novembre 2017
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Veronica Lario non percepirà più l'assegno di mantenimento da Silvio Berlusconi. E' economicamente autosufficiente e quindi non ha più diritto al milione e 400 mila euro al mese come aveva stabilito in sede di divorzio il Tribunale di Monza. Lo ha deciso la Corte d'Appello di Milano, Sezione Famiglia, che ha accolto il ricorso presentato dall'ex premier, assistito dall'avv. Pier Filippo Giuggioli, e ha condiviso il recente orientamento giurisprudenziale introdotto dalla Cassazione per cui conta il criterio dell'indipendenza economica e non il tenore di vita goduto durante le nozze.

Oltre 40 milioni da ridare a Mister B.

Con la "revoca dell'assegno divorzile" disposto dai giudici "a far tempo dalla mensilità successiva alla pubblicazione della sentenza di scioglimento del matrimonio e quindi da marzo 2014", Veronica Lario, al secolo Miriam Bartolini, sulla carta dovrebbe restituire all'ex marito poco più di 60 milioni. Ma in pratica, in base ai complicatissimi rapporti di debiti e crediti tra i due ex coniugi, gliene dovrà circa 43 più le spese legali. In sospeso, e al di fuori del procedimento con cui è stato azzerato l'assegno di divorzio, ci sono infatti dei conti da saldare. Lei ha infatti chiesto il pignoramento di 26 milioni di euro (ora bloccati sui conti del Cavaliere). Tale somma comprende una quota, quella più consistente, del mancato pagamento da parte di lui di una serie di mensilità dell'assegno stabilito in sede di separazione e un'altra quota, per un importo più contenuto, relativo ad alcune mensilità non percepite del mantenimento divorzile ora revocato e che quindi verrà cancellata. Si chiude così, in attesa della probabile impugnazione da parte di Veronica, il nuovo round della 'guerra' a suon di ricorsi e cifre esorbitanti tra la ex first lady e l'ex premier e cominciata nelle aule di Tribunale otto anni fa.

Berlusconi 'amareggiato e addolorato'

"Questa vicenda con la madre dei miei tre figli mi ha sempre amareggiato ed addolorato. - si è limitato a dire Berlusconi -. Ho lasciato tutto in mano ai miei avvocati e sono stato, credo, l'ultimo a saperlo. Preferisco non commentare". La Corte, al di là dei conti e delle compensazioni, ha ritenuto che "con lo scioglimento del matrimonio, sia venuto meno il diritto di Miriam Bartolini a richiedere un assegno di mantenimento e che quindi non sussistano i presupposti per il riconoscimento di un assegno divorzile" in quanto può contare su "un cospicuo patrimonio, oltretutto costituitole integralmente dal marito nel corso del quasi ventennale matrimonio". Patrimonio che lui, sottolineano i giudici di secondo grado Maria Grazia Domanico, Pietro Caccialanza e Cristina Canziani, ha costituito proprio con il fine di garantire e preservare alla ex moglie "anche per il futuro le aspettative maturate", e cioè quel tenore di vita elevato del quale ha sempre goduto prima della rottura con l'ex presidente del Consiglio. Le loro nozze furono celebrate dall'allora sindaco di Milano Paolo Pillitteri. La fine della loro relazione fu resa pubblica nella primavera del 2009 con uno sfogo messo nero su bianco nel quale l'allora signora Berlusconi fece un pesante atto d'accusa sulle "veline" candidate dal marito alle elezioni europee. Nel novembre successivo la decisione di lei di presentare il ricorso di separazione a seguito del quale, per tre anni, ha percepito un assegno da 2 milioni di euro al mese. (Ansa)

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