Estero

Eutanasia di Dj Fabo: il radicale Cappato vuole un processo pubblico

5 settembre 2017
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Un processo davanti alla Corte d'Assise di Milano, con sei giudici popolari, potrà "fare chiarezza" sulla vicenda di Fabiano Antoniani, noto come Dj Fabo, cieco e tetraplegico dopo un incidente stradale e che scelse di andare a morire in una clinica vicino a Zurigo.

Un caso che, come altri con al centro la cosiddetta dolce morte, intreccia profili etici e giuridici e che ha portato alla sbarra per aiuto al suicidio, dopo la sua autodenuncia, Marco Cappato, esponente dei Radicali e tesoriere dell'associazione Luca Coscioni, che lo accompagnò in Svizzera. Ed è stato lui stesso oggi a decidere di andare direttamente a dibattimento. "Ho chiesto il giudizio immediato perché voglio che in Italia finalmente si possa discutere di come aiutare i malati a essere liberi di decidere fino alla fine", ha spiegato Cappato che con i suoi legali Massimo Rossi e Francesco Di Paola stamani si è presentato in Tribunale per depositare la rinuncia all'udienza preliminare e l'istanza di rito immediato.

Davanti al gup, in ipotesi, avrebbe potuto anche essere prosciolto senza processo ma, come hanno chiarito i difensori, l'esponente radicale ha deciso di andare incontro al rischio di una condanna (le pene vanno dai 5 ai 12 anni) dato "l'eccezionale spessore etico della questione che è giusto portare nella piazza pubblica".

I pm Tiziana Siciliano e Sara Arduini avevano chiesto nei mesi scorsi di archiviare il caso o di sollevare una questione di costituzionalità della norma sull'aiuto al suicidio. Il gip Luigi Gargiulo, però, ha ordinato l'imputazione coatta: avendo prospettato a Dj Fabo una dolce morte qualora si fosse rivolto alla struttura svizzera, Cappato, secondo il gip, non solo lo avrebbe aiutato a morire ma avrebbe anche rafforzato il suo "proposito di suicidio". Per la Procura, invece, avrebbe semplicemente aiutato una persona ad esercitare il diritto di morire con dignità.

Ora il gup Livio Cristofano dovrà fissare la data del processo in Assise. Il dibattimento, ha chiarito Cappato, "sarà un'occasione per discutere ed è bene che sia il prima possibile. Certo, dovrebbe occuparsene la politica, però la proposta di legge dell'Associazione Luca Coscioni per l'eutanasia legale è ferma da 4 anni in Parlamento".

All'associazione, ha precisato, "arrivano due richieste al giorno, anche di persone stanche di vivere, ma io non ho mai aiutato persone depresse, anche perché la nostra proposta non prevede l'accesso all'eutanasia ai malati psichici". (Ansa)

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