Estero

Flynn si appella al quinto emendamento

(Carolyn Kaster)
22 maggio 2017
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L’ex consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Donald Trump, Mike Flynn, non consegnerà i documenti richiesti alla commissione intelligence del Senato che indaga sul cosiddetto Russiagate invocando il quinto emendamento. Lo riferiscono fonti vicine a Flynn citate dalla Associated Press.

Una decisione, si spiega, dettata dalla necessità di difendersi da una eventuale autoincriminazione nell’ambito dell’indagine sui presunti contatti tra l’entourage di Trump e rappresentanti russi ed eventuali intromissioni di Mosca nelle elezioni Usa.

Il generale in pensione, che fu tra i primi sostenitori di Donald Trump candidato presidente, si era detto in precedenza disposto a cooperare con la stessa commissione ma chiedendo l’immunità per salvaguardarsi da un "procedimento ingiusto", richiesta che non è stata accettata dal Congresso. Mentre la commissione Intelligence del Senato, cui fa capo uno dei filoni dell’inchiesta in corso (un’altra fa riferimento alla Camera mentre un procuratore speciale, Robert Mueller, e’ stato nominato nei giorni scorsi per guidare l’indagine dell’Fbi) chiede da tempo che Flynn produca i documenti. Inizialmente doveva trattarsi di un gesto volontario poi però è subentrato un mandato a cui adesso l’ex consigliere di Trump si oppone invocando appunto il quinto emendamento.

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