Estero

Il Russia-gate si allarga. Ecco cosa si sa sulla vicenda fino ad ora

Nuvole minacciose sulla Casa Bianca
(Pablo Martinez Monsivais)
3 marzo 2017
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L’ombra del Russia-gate continua ad allungarsi sull’amministrazione Trump, costringendo l’'attorney general' Jeff Sessions ad annunciare la sua astensione nelle indagini sui presunti rapporti tra la campagna di Trump e l’intelligence russa. Intanto è emerso che a dicembre, assieme a Michael Flynn, anche il genero di Trump incontrò l'ambasciatore russo Serghiei Kisliak.

La situazione si fa quindi sempre più complessa per il nuovo e controverso presidente degli Stati Uniti. Ecco in breve quanto è dato sapere fino ad ora.

  • Stando ad un rapporto congiuto Fbi, Cia e Nsa pubblicato a inizio gennaio, il presidente russo Vladimir Putin avrebbe personalmente ordinato gli attacchi informatici contro i partiti americani. Inizialmente lo scopo degli era quello di danneggiare la candidata Democratica Hillary Clinton. In seguito è diventato quello di favorire l’elezione di Donald Trump alle elezioni di novembre.
  • Sulla questione l'Fbi ha ora aperto un'inchiesta più estesa.
  • In luglio e in settembre – prima delle elezioni, quindi – l'attuale ministro della Giustizia Jeff Sessions incontra l'ambasciatore russo Serghiei Kisliak. Ai tempi è senatore e consigliere di Trump per la campagna elettorale. Il 10 gennaio Sessions nega sotto giuramento davanti al Senato di aver mai avuto contatti con i russi.
  • A luglio, stando a Usa Today, altri due consiglieri della campagna di Trump parlarono con Kisliak in occasione di un seminario con vari diplomatici a margine della convention repubblicana di Cleveland. Si tratta di J.D. Gordon, all’epoca responsabile della campagna del tycoon per la sicurezza nazionale, e di Carter Page, un altro membro della commissione sicurezza nazionale.
  • In dicembre – dopo le elezioni – Mike Flynn, nominato poi da Trump consigliere per la sicurezza nazionale, e il genero-consigliere del tycoon, Jared Kushner, incontrano l'ambasciatore russo Kisliak. Kushner è attualmente assistente di Trump alla Casa Bianca.
  • A febbraio Flynn si dimette dalla carica perché avrebbe taciuto l'incontro con Kisliak al vice presidente Usa Mike Pence.
  • Nella notte tra giovedì 2 e venerdì 3 marzo Jeff Sessions fa sapere di volersi astenere dalle indagini sul Russia-gate. I democratici ne chiedono le dimissioni e pensano all'impeachment.

Sessions spiegherà la sua posizione in una lettera al Senato

Come il consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn, costretto alle dimissioni, anche Sessions è finito nella bufera per aver parlato con l’ambasciatore russo in Usa, Serghiei Kisliak, almeno un paio di volte nel 2016, come ha rivelato il Washington Post. Sessions ha poi negato sotto giuramento al Senato qualsiasi contatto con i russi durante la campagna elettorale del tycoon, di cui era diventato consigliere politico dopo essere stato uno dei suoi primi sostenitori. Nella notte ha annunciato che scriverà una lettera alla commissione giustizia per chiarire e spiegare la sua testimonianza: Session riteneva che la domanda di un collega senatore sulla quesitone si riferisse solo al suo ruolo di consigliere della campagna di Trump, e non a quello di senatore, nei cui panni incontrò l’ambasciatore russo in Usa.

Anche il genero di Trump incontrò l'ambasciatore russo

E come se non bastasse, un'altra rivelazione mette ancora più sotto pressione l'entourage di Trump: almeno altri tre consiglieri della sua campagna incontrarono l'ambasciatore Kisliak. Tra questi anche Jared Kushner, consigliere senior e genero di Donald Trump. Lo rendono noto alcuni media Usa e lo conferma anche la Casa Bianca.

 

Kushner incontrò Kisliak a dicembre, dopo le elezini, nella Trump Tower insieme a Michael Flynn, diventato poi consigliere per la Sicurezza nazionale e costretto alle dimissioni per aver nascosto al vicepresidente Mike Pence di aver discusso di sanzioni con Kisliak. Hope Hicks, una portavoce della Casa Bianca, ha ribadito al Nyt che i tre "hanno discusso in generale – ha aggiunto – delle relazioni. Aveva senso stabilire una linea di comunicazione. Jared ha avuto diversi incontri con nazioni straniere, almeno due dozzine, tra leader e rappresentanti di Paesi stranieri’’.

Il vicepresidente Pence usò una mail privata, come Clinton

Anche il vice presidente Mike Pence usò una email privata quando era governatore dell’Indiana e fu hackerato. Lo rivela l’Indianapolis Star e lo conferma l’ufficio dello stesso Pence. Il giornale precisa che le leggi dello Stato non impediscono ai dirigenti pubblici di avere una email privata ma prevedono che tutti gli atti legati agli affari di Stato siano conservati e resi disponibili al pubblico. Per il quotidiano, Pence ha usato l’account privato per discutere questioni sensibili e di sicurezza interna. Durante la campagna elettorale, Pence criticò la candidata democratica Hillary Clinton per l’uso di un server privato quando era segretario di Stato, sostenendo che aveva messo in pericolo la sicurezza nazionale.

 

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