Il balzello per i frontalieri verrà discusso nel tavolo tecnico tra i ministeri italiani di Economia, Lavoro ed Esteri. Sindacati pronti alla battaglia
Non si è parlato della “tassa sulla salute” nel corso del primo incontro del Tavolo tecnico interministeriale – Economia, Lavoro ed Esteri – che si è tenuto oggi in videoconferenza. Tema troppo caldo, quello del balzello che il governo Meloni intende far pagare ai ‘vecchi frontalieri’, ossia coloro che hanno un permesso di lavoro antecedente al 17 luglio 2024. La temperatura attorno alla “tassa sulla salute” si è surriscaldata dopo che nei giorni scorsi, rispondendo a una interpellanza, il Consiglio federale ha affermato che “potrebbe essere attuabile” in quanto una “tassa casuale” non violerebbe l'Accordo del 2020 sulla nuova fiscalità dei frontalieri firmato da Roma e Berna e in vigore dal 1° gennaio 2024.
Restano quindi in fibrillazione le organizzazioni sindacali più che mai convinte di ricorrere alla Corte Costituzionale in quanto la “tassa sulla salute” a loro giudizio presenta non pochi aspetti anticostituzionali. A proposito del balzello che Regione Lombardia – non tutti però a Palazzo Lombardia sono d'accordo, considerato che Forza Italia e Fratelli d'Italia, ritengono inopportuno uno scontro frontale con 80mila frontalieri – è intenzionata a far pagare in quanto ha calcolato di poter incassare 150 milioni di euro all'anno. Soldi che in parte sarebbero utilizzati per pagare bonus al personale sanitario della fascia di confine, nella speranza di arginare la fuga in Ticino.
C'è poi da registrare una durissima presa di posizione del movimento Patto del Nord di cui fanno parte anche ex parlamentari della Lega che in una nota hanno messo sotto accusa il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini e il ministro leghista Giancarlo Giorgetti. Il ministro dell'Economia è stato invitato a recuperare 300 milioni di euro che, provenienti dalle tasse pagate in Svizzera dai frontalieri, sono nelle casse dell'Inps. L'incontro di stamane era molto atteso anche perché l'obiettivo principale del tavolo interministeriale è quello di definire uno statuto dei frontalieri in ingresso e uscita nei nove Paesi confinanti con l'Italia, partendo però dal frontalierato italo-svizzero per dimensione e fonte normativa.
Le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, unitamente al rappresentante dall'Associazione nazionale Comuni di frontiera, Massimo Mastromarino ha posto l'accento sui temi urgenti a cui il tavolo interministeriale dovrebbe riservare la priorità: l'assegno unico universale per i figli a carico, l'adozione della indennità di disoccupazione nei primi tre mesi e la rimozione delle cause della doppia imposizione fiscale. In buona sostanza l'incontro odierno, e forse non poteva essere diversamente, si è rivelato interlocutorio. Senza quindi portare a decisioni definitive. L’ordine del giorno ha riguardato principalmente l’organizzazione e il funzionamento dello stesso tavolo di lavoro. Si sono discusse la proposta di regolamento del tavolo e le modalità di convocazione, previste almeno tre volte all’anno. La prossima dovrebbe essere entro la fine del prossimo mese di marzo.