Questa la frase dei carabinieri di Como che hanno informato il parroco della presenza di due giovani in stazione San Giovanni, poi accolti a Rebbio
“Per fortuna che c’è don Giusto” hanno commentato i due carabinieri della Radiomobile di Como dopo che giovedì notte il parroco di Rebbio ha accolto due minorenni non accompagnati che, respinti in dogana, erano stati trovati attorno all’una di notte, con temperatura sottozero, nei locali della stazione San Giovanni. A trovarli i vigilantes, incaricati di controllare la stazione ferroviaria, spesso rifugio di senzatetto, che in riva al Lario continuano a essere centinaia.
I due minorenni chiedevano di poter restare lì (dove però non potevano stare) perché fuori faceva freddo e non sapevano dove andare. A Como San Giovanni arriva la pattuglia della Radiomobile. I carabinieri sui loro taccuini hanno molti numeri di telefono, per cui si mettono alla ricerca di un’alternativa per evitare che i due minorenni non accompagnati debbano dormire all’aperto in una notte così fredda (-6 i gradi giovedì notte, come testimonia il ghiaccio sulle autovetture). A Palazzo Cernezzi nessuno risponde, cellulari spenti ai centri di accoglienza del capoluogo lariano. Gli unici che rispondono sono i volontari della Croce Rossa di Lipomo, che però non possono accogliere minorenni. Due ore di tentativi andati a vuoto? Il cellulare di don Giusto a Como ce l'hanno tutti. E il sacerdote lo tiene sempre accesso, per cui alla fine, quando i carabinieri lo chiamano, risponde: “Don con noi ci sono due ragazzini infreddoliti”. Don Giusto coglie al volo la situazione e ai militari non lascia finire la frase: “Portateli qui da noi, che un letto al caldo lo troviamo”. I militari sanno che in riva al Lario c’è un sacerdote sempre pronto a dare una mano a tutti coloro che hanno bisogno, incominciando dai giovani stranieri non accompagnati che chiedono di essere accolti. Attualmente a Rebbio ce ne sono una cinquantina.