Confine

Omicidio di Malnate, l'Accusa chiede l'ergastolo

Nega di essere l'autore del delitto il 67enne imputato al processo che si è celebrato a Varese. La sentenza è annunciata il 28 febbraio

L’imputato venne arrestato dai Carabinieri un mese dopo i fatti
(Ti-Press)
14 febbraio 2024
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Fine pena? Mai, per il 67enne varesino, presunto omicida della 73enne ex frontaliera uccisa la mattina del 22 luglio 2022 nel suo appartamento di Malnate. La richiesta di condanna all’ergastolo è stata formulata dal pubblico ministero Valeria Anna Zini alla Corte d'Assise di Varese, dove è arrivato alle battute finali il processo per l’omicidio di “una donna per bene, schiva, autonoma, impegnata nel sociale: guidava fino all’intervento alla cataratta, motivo per cui di tanto in tanto veniva aiutata dall’uomo che stiamo processando, in quanto volontario di una associazione varesina che aiuta gli anziani”.

La donna aveva lavorato a lungo in Ticino

L'istantanea fornita dal magistrato dell’accusa per inquadrare la vittima, di un omicidio che lasciò senza parole tutti coloro che conoscevano la donna, anche in Ticino dove aveva lavorato a lungo. A scoprire il corpo privo di vita dell’ex frontaliera era stato il figlio, imprenditore edile nel Mendrisiotto. Nel corso della requisitoria, durata due ore, prima ancora di ripercorrere tutti gli elementi a carico del 67enne, raccolti dagli uomini del Nucleo operativo dei carabinieri di Varese, il pubblico ministero si è soffermato sull’uccisione della pensionata della 73enne, con lo scopo di rapinarla dei gioielli per poi venderli in un Compro Oro, in modo di disporre dei soldi necessari per andare in vacanza al mare assieme alla compagna: “Sono quattro decenni che l’imputato delinque in maniera ininterrotta: l’omicidio rappresenta l’apice di una violenza iniziata con rapine nella quali, le vittime, sempre soggetti fragili, sono state avvelenate. Questo uomo si serviva dell’associazione di volontariato non solo per vivere dei pochi espedienti legati alle mance che riceveva, ma per individuare le potenziale vittime. La pensionata di Malnate era una donna ben curata e ben vestita e chissà quante volte l’imputato ha notato i gioielli indossati dalla vittima. Oltre alla volontà di appropriarsi dei gioielli l’uomo ha voluto cagionare con dolo la morte per avere l’impunità”. Una morte, quella dell'ex frontaliera, causata dai nove colpi, con un vaso di cristallo, alla testa. Sul pesante vaso sono state rilevate le impronte digitali del 67enne. Sotto un’unghia della donna gli investigatori hanno rinvenuto il Dna dell’imputato. Nell'appartamento in cui si è consumato il delitto sono inoltre state trovate le impronte delle scarpe dell’uomo. Ma l'imputato contesta le accuse: “Si in quella casa ci sono stato: quando sono arrivato la donna era già morta. Le ho portato via i due cellulari, ma non i gioielli. Mi sono spaventato, per cui sono scappato senza lanciare l’allarme e attendere i soccorsi. Non sono stato io a ucciderla”.

La Difesa sostiene l’assoluzione

“Bisogna avere delle certezze per condannare il mio assistito all’ergastolo. E la prova della colpevolezza dell’imputato non è stata raggiunta” ha sostenuto l’avvocata Francesca Cerri, che ai giudici della Corte d’Assise di Varese ha chiesto l’assoluzione del suo assistito, la cui “colpa” è stata quella di essersi trovato “nel posto sbagliato e al momento sbagliato”, alle 12 del 22 luglio 2022, momento in cui il suo cellulare è stato agganciato alla “cella” di via Sanvito di Malnate, dove è stato consumato il delitto. Gli avvocati di parte civile Andrea Boni e Rachele Bianchi, invece, hanno chiesto un risarcimento complessivo 420mila euro, per il figlio e la nipote della pensionata. La sentenza è annunciata il 28 febbraio.

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