Confine

Punta ai soldi della moglie e la umilia e picchia: arrestato

La vittima, una comasca figlia di una famiglia facoltosa, è stata oggetto di violenze fisiche e psicologiche e di pressanti pretese sul proprio patrimonio

Immagine di archivio
(Depositphotos)
29 novembre 2023
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Oltre agli insulti, le minacce e le botte, un interesse da parte del marito sul suo patrimonio che si era fatto pressante. Una situazione da incubo che ha portato una donna comasca, appartenente a una ricca famiglia della città, a rivolgersi un anno fa alla sezione fasce deboli della Questura lariana. Ora, come riferisce il quotidiano La Provincia di Como, l'uomo, un 49enne toscano, è finito in carcere con l'accusa di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

Dopo un inizio di relazione che sembrava idilliaco, la gentilezza e le premure dell'uomo hanno lasciato il posto, già nei primi mesi del rapporto, a urla, insulti e umiliazioni. Alle vessazioni si sono aggiunte allo stesso tempo le pressioni alla moglie per accedere alla gestione del patrimonio di lei: prima la pretesa, soddisfatta, di diventare intestatario di una villa in città, poi continue e insistenti richieste di cointestare il conto corrente, di ottenere la gestione dei contanti, e poi di soldi per acquistare un albergo e per investimenti e operazioni finanziarie. In un'occasione in cui la donna era ricoverata in ospedale, l'uomo arrivò a mandare da lei un notaio per farle firmare una procura per la gestione dei suoi beni. E poi ancora denigrazioni continue, in alcuni casi anche le percosse.

Un inferno durato tre anni, prima che la donna decidesse di dire basta e andare via di casa. Salvo continuare a essere ancora perseguitata dall'uomo, fino a pochi giorni fa, quando quest'ultimo l'ha attesa sotto casa inducendola a chiamare, disperata, la polizia: lunedì il 49enne è finito in manette. L'ordinanza di custodia cautelare si è resa necessaria in quanto l'uomo è recidivo: in passato, infatti, non aveva rispettato un ordine di avvicinamento all'ex compagna, finendo poi per essere condannato a cinque anni di reclusione per reati analoghi commessi in Toscana.

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