Confine

Amministratori locali nel mirino di minacce e criminali

La Lombardia, con Cantello e la provincia di Varese, quinta regione nella classifica italiana, prima al Nord

Nel mirino
26 giugno 2023
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Nel 2022 in Italia sono stati 326 gli atti intimidatori, di minaccia e violenza contro sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali, amministratori regionali, dipendenti della Pubblica Amministrazione. Due casi su tre si sono verificati al Sud e sulle isole (il 66% del totale). In testa la Sicilia con 50 casi censiti, seguono la Campania (49), la Puglia (48) e la Calabria (42). Il diciotto per cento del totale degli episodi ha riguardato le donne, amministratrici e dipendenti con minacce dirette e indirette.

È quanto emerge dal Rapporto 2022 Amministratori sotto tiro realizzato da Avviso Pubblico, la rete antimafia di enti locali e regioni. I dati per il 2022 per la Lombardia, dopo un aumento esponenziale del fenomeno durante la pandemia, segnano un calo riallineandosi ai dati pre-coronavirus. Tuttavia ci raccontano la pervasività territoriale del fenomeno con 7 Province, 16 Comuni colpiti, 23 atti intimidatori, tra cui i Comuni di Cantello, nel vicino Varesotto, Legnano, Melegnano, Ossona, Rozzano, San Giuliano Milanese, San Vittore Olona, Monza, Meda Mulazzano, Bagolino, Capriate, San Gervasio, Sesto San Giovanni.

«I numeri dimostrano che gli amministratori locali restano le prime figure verso cui si riversano pressioni criminali e sociali. La riduzione in termini numerici non deve farci pensare a condizioni migliori – spiega Fabio Bottero, sindaco di Trezzano sul Naviglio e coordinatore regionale di Avviso Pubblico –. Amministratori o dipendenti pubblici vittime di atti intimidatori o forme di aggressione rinunciano infatti a denunciare per mancanza di fiducia nel sistema di tutela legale e protezione, come purtroppo è emerso nelle ricerche passate e dai dibattiti attuali. È quindi sempre più importante che le istituzioni nazionali sostengano in modo concreto gli Enti locali, in questa casistica specifica così come sulle attività correnti, perché si avverte forte il rischio di un disimpegno dall'attività amministrativa. Il nostro Paese deve evitare con tutte le forze che ciò accada proprio in una fase storica in cui sono in corso grandi immissioni di risorse economiche già mira delle organizzazioni criminali».

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