Confine

Strage di Erba, depositati gli atti per riaprire il caso

La richiesta di revisione sui fatti del dicembre 2006 si basa su intercettazioni e testimonianze che sarebbero inedite e non prese in considerazione

Il condominio di via Diaz
(archivio Ti-Press)
13 aprile 2023
|

Il sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser ha depositato presso il procuratore generale Francesca Nanni e l'avvocato generale Lucilla Tontodonati una relazione, redatta sulla scorta di nuovi elementi presentati dalla difesa, per l'eventuale riapertura del caso sulla strage di Erba. Per questo crimine, avvenuto l'11 dicembre del 2006, sono stati condannati in via definitiva all'ergastolo i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi accusati dell'omicidio – a colpi di coltello e spranga, per motivi legati a liti di vicinato – di Raffaella Castagna, del figlio di 2 anni Youssef Marzouk, della nonna del piccolo Paola Galli e della vicina di casa Valeria Cherubini. Unico sopravvissuto Mario Frigerio, marito di Cherubini, testimone diretto dell'eccidio.

L'appartamento in via Diaz, dopo la strage, fu anche dato alle fiamme. In particolare, la relazione del pg dovrà essere valutata dal procuratore Nanni e dal suo ‘braccio destro’ Tontodonati, alle quali spetta la decisione finale se unire – o meno – la loro richiesta all'istanza di revisione del processo che i difensori di Olindo e Rosa, sono in procinto di presentare a Brescia. La richiesta di revisione, più volte già tentata dalla difesa della coppia rappresentata dal legale Fabio Schembri, si basa su intercettazioni e testimonianze che sarebbero inedite e non prese in considerazione, in base a quanto sostiene il legale.

Adesso, la relazione del pg consegnata sul tavolo del procuratore Nanni e di Tontodonati, sarà da loro esaminata. Alla fine dovranno decidere se appoggiare, con la loro richiesta congiunta, l'istanza di revisione del processo formulata dalla difesa. I coniugi Romano stanno scontando la condanna all'ergastolo, Olindo nel carcere di Opera, Rosa in quello di Bollate. Per loro il verdetto della Cassazione è stato emesso in via definitiva il 20 aprile 2010.

Nei confronti di Rosa e Olindo le prove a carico sono sempre state considerate solide, granitiche: la confessione firmata da entrambi, il video realizzato dall'allora consulente della difesa, il criminologo Massimo Picozzi, dove Olindo confessa lasciandosi andare a commenti inequivocabili sulla sua responsabilità. La traccia di sangue di Valeria Cherubini, mista a sangue maschile, è stata inoltre rinvenuta nell'auto di proprietà di Rosa e Olindo. Infine la testimonianza di Mario Frigerio, l'unico sopravvissuto alla strage e deceduto poi nel 2014. “Vidi Olindo, mi fissò con degli occhi da assassino, non dimenticherò mai il suo sguardo, era una belva”, disse Frigerio che scampò alla carneficina solo perché creduto morto dai due coniugi. Frigerio aveva una malformazione congenita alla carotide che gli permise di non morire nella strage di Erba.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔