Confine

Chiasso-Monza, la Legge di bilancio 2023 ‘libera’ AlpTransit

Assegnati i fondi per progettare gli interventi di potenziamento della ferrovia. Siamo a livello di studio, i tempi dei cantieri sono ancora lunghi

Una veduta ‘ferroviaria’ di Chiasso
(Ti-Press/Archivio)
13 marzo 2023
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Avanti a piccoli passi per il potenziamento della ferrovia da Chiasso a Monza, che rappresenta l’anello debole della dorsale del Gottardo. Come molto efficacemente ha fatto notare l’economista ticinese Remigio Ratti al recente convegno di Villa Olmo a Como su "Il progetto AlpTransit", nel corso del quale si è appreso che Rfi (il braccio operativo delle Ferrovie dello Stato) ha allo studio (si tratta di un’analisi preliminare) il potenziamento infrastrutturale della direttrice tra il capoluogo lombardo e il Canton Ticino. A questo proposito, la Legge di bilancio 2023 ha assegnato a Rfi i fondi per la progettazione degli interventi di potenziamento della ferrovia tra Monza e Chiasso.

Legittime preoccupazioni elvetiche

Siamo, insomma, ancora ben lontani dalla fase che maggiormente interessa, cioè l’apertura dei cantieri in modo da fornire concrete soluzioni in grado di superare i rischi di avere l’AlpTransit a due velocità. Oltre 200 chilometri orari sul versante svizzero, attorno ai 50 chilometri in territorio lombardo. Appaiono più che legittime le preoccupazioni svizzere dovute anche al fatto che non sono individuate le risorse per finanziare (un miliardo e 400 milioni di euro stando all’ultima stima di spesa) il quadruplicamento della linea ferroviaria a sud della frontiera. E ciò non dovrebbe sorprendere più di tanto considerato che, come spesso ricordato, l’istruttoria sul primo progetto di massima di Rfi figura sospesa dal 2003, anche perché il gestore della rete ferroviaria italiana non ha mai creduto veramente alla necessità di quadruplicare la linea ferroviaria tra il bivio Rosales (periferia sud di Como) e Monza.

Ignota la portata del progetto

A questo punto non resta che ancorarsi alla Legge di bilancio 2023, senza farsi illusioni. Una legge in cui sta scritto che "in attuazione della dichiarazione di intenti sottoscritta tra l’Italia e la Svizzera il 18 settembre 2014, è autorizzata la spesa di 22 milioni di euro per l’anno 2023 in favore della società Rete ferroviaria italiana per la progettazione della linea ferroviaria Chiasso-Monza nell’ambito del corridoio europeo Reno-Alpi". Ciò dovrebbe essere una buona notizia, tuttavia frenata dall’urgenza di far presto e dal fatto che non è dato sapere quale sarà la portata del progetto, se nell’ottica del quadruplicamento integrale della direttrice a sud di Chiasso oppure solo parziale.

Due opzioni

La prima soluzione prende il nome di gronda nord-est e va dal bivio Rosales (portale sud della galleria merci Monte Olimpino) a Seregno, che stando a una progettazione di massima fatta a suo tempo da Rfi si sviluppa lungo 37 chilometri di cui 15 in variante, 14 in affiancamento e 8 di interconnessioni con altre linee ferroviarie. La seconda soluzione tende a escludere il quadruplicamento integrale tra il confine e Seregno. Una soluzione minimale circoscritta a Seregno insieme all’adeguamento a modulo 750 metri di tutti i binari di incrocio secondo lo standard europeo, che difficilmente riuscirebbe a soddisfare la domanda del corridoio AlpTransit lungo il quale a regime circoleranno 250 treni al giorno. Insomma, i timori evidenziati nel convegno di Como sono tutt’altro che infondati. Anche perché ancora non ci sono indicazioni sui tempi di realizzazione dei lavori.

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