Confine

Vestiti di marca fake, etichette dal Ticino all’Italia

La Guardia di finanza di Como ha confiscato l’opificio industriale a Meda, che suggella un’indagine avviata nel 2018 per il medesimo motivo

Le indagini risalgono al 2018
(Ti-Press/Archivio)
30 gennaio 2023
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Arrivavano dal Ticino le etichette che hanno portato alla confisca della fabbrica dei falsi capi di abbigliamento Louis Vuitton. Lo si è appreso dopo che il Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Como, al comando del tenente colonnello Samuel Bolis, ha confiscato l’opificio industriale situato a Meda, al confine tra la provincia lariana e quella di Monza Brianza. La confisca della fabbrica (valore 400mila euro) suggella le contestazioni dei finanzieri comaschi scaturite da un’indagine iniziata il 23 marzo 2018, giorno in cui a ridosso della barriera autostradale di Grandate a seguito di controlli su una autovettura proveniente dal Ticino furono trovate centinaia di etichette del noto brand francese.

Una scoperta che immediatamente consentì di localizzare a Meda la fabbrica in cui venivano prodotti i capi di abbigliamento Louis Vuitton. La perquisizione delle Fiamme gialle comasche aveva consentito di rinvenire, oltre a un ingente quantitativo di capi di abbigliamento ed etichette (identiche a quelle sequestrate in A9), anche un impianto produttivo efficiente, consistente in numerosi macchinari per la lavorazione e la stampa computerizzata dei tessuti, nonché macchine da cucire per la rifinitura e l’etichettatura dei prodotti. Tutto posto sotto sequestro in attesa della conclusione dell’iter processuale. Arrivata la sentenza di condanna in Cassazione, nei confronti del titolare dell’opificio di Meda e di una seconda persona. Due anni e mezzo per contraffazione aggravata per il primo, nove mesi per il secondo per ricettazione.

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