Italia

Funivia Mottarone, sospesi Perocchio e Nerini

Il tribunale del riesame di Torino accoglie il ricorso della Procura di Verbania che chiedeva misure nei confronti dell’amministratore e del direttore

Nell’incidente capitato il 23 maggio del 2021 morirono 14 persone
(Keystone)
13 gennaio 2023
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A distanza di quasi venti mesi dall’incidente della funivia del Mottarone, avvenuto il 23 maggio del 2021, è arrivata stamattina la decisione del tribunale del Riesame di Torino sul ricorso avanzato dalla Procura di Verbania rispetto alla decisione del giudice delle indagini preliminari (gip) che, il 29 maggio di due anni fa, respinse le richieste di misure cautelari nei confronti di Luigi Nerini, l’amministratore della società gerente la funivia del Mottarone, ed Enrico Perocchio, direttore d’esercizio dell’impianto.

Disposti i divieti

I giudici Loretta Bianco, Marta Sterpos e Giancarlo Capecchi, della seconda sezione penale del tribunale di Torino, hanno accolto la richiesta della Procura di Verbania e disposto il divieto, per un anno, di esercitare l’impresa nel settore del trasporto pubblico e privato nei confronti di Nerini e il divieto di esercitare la professione di ingegnere, sempre per un anno, nei confronti di Perocchio, con sospensione dal relativo albo professionale.

Confermato il quadro indiziario

La decisione dei giudici torinesi, contro la quale i difensori degli indagati potranno ricorrere in Cassazione, conferma il quadro indiziario costruito dalla Procura nei giorni immediatamente successivi all’incidente costato la vita a 14 persone. Nelle 95 pagine di ordinanza, i giudici sottolineano che "è emerso che Nerini conosceva le condotte del capo servizio, proprio dipendente, che non rispettava (neppure) il regolamento di esercizio apponendo i ceppi durante le corse ordinarie, nonché del direttore d’esercizio, gravemente e reiteratamente inadempiente ai propri doveri".

Verso la Cassazione

"Le argomentazioni non mi convincono, quindi è molto probabile che faremo ricorso in Cassazione" ha dichiarato all’agenzia di stampa italiana Ansa l’avvocato Andrea Da Prato, legale di Enrico Perocchio. "La Procura ha reiteratamente avanzato domande di privazione della libertà dell’ingegner Perocchio e questo lungo decorso cautelare non le ha dato ragione, perché di fatto questa privazione non c’è mai stata. Oggi la misura è diversa - ha aggiunto il difensore del direttore d’esercizio -. È interdittiva e non coercitiva, e secondo noi non attiene alla contestazione e neppure ai pericoli che si ritengono sussistenti. Per noi la prospettiva non è ancora a fuoco, ecco perché ragionevolmente ricorreremo".

Entro lunedì, invece, è attesa la decisione del gip Annalisa Palomba riguardo alla richiesta di proroga delle indagini avanzata dalla Procura di Verbania, alla quale lo stesso avvocato Da Prato si è opposto.

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