Confine

Funivia del Mottarone, si indaga sulle telefonate

I contenuti dei cellulari di tecnici e dipendenti al vaglio degli inquirenti. Potranno essere di aiuto per capire chi era a conoscenza dell'uso dei 'forchettoni'

14 giugno 2021
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Stamane la Procura di Verbania ha affidato al consulente tecnico Michele Vitiello l’incarico di estrarre i contenuti dei cellulari degli indagati per i fatti del Mottarone che hanno causato la morte di 14 persone. Si tratta di una procedura essenziale per lo svolgimento delle indagini: il caposervizio Gabriele Tadini aveva riferito alla procuratrice della Repubblica, Olimpia Bossi, che almeno altre due persone fossero a conoscenza dell’uso dei “forchettoni” (le ganasce che vengono inserite per bloccare il sistema frenante, utilizzate più volte per evitare i continui blocchi della cabinovia). Con l’analisi dei contenuti dei cellulari si potrebbero quindi verificare eventuali comunicazioni. Gli altri due sono Luigi Nerini, gestore delle “Ferrovie del Mottarone”, e quindi della funivia di Stresa, ed Enrico Perocchio, consulente. Entrambi sono iscritti nel registro degli indagati come Tadini che però si trova agli arresti domiciliari dopo aver confessato di essere stato lui ad inserire i “forchettoni”.

E’ stato l’avvocato di quest’ultimo, Marcello Perillo, ad aver fatto richiesta dell’incidente probatorio accolto sabato dalla giudice per le indagini preliminari, Elena Ceriotti. L'incidente probatorio è finalizzato alla perizia della cabinovia, della fune e del sistema di sicurezza, a cui avranno accesso i periti degli indagati, della procura e di quanti si sono dichiarati parte civile. L'udienza è stata fissata l'8 luglio al Tribunale di Verbania. Qui verranno definite le date dei sopralluoghi, e ammessi tecnici interessati dalla perizia. La procura sabato ha nominato, quale parte componente del collegio peritale, il professore Antonio De Luca del dipartimento d'ingegneria dell'Università di Napoli Federico II. La procura avrà tempo fino al 6 luglio per iscrivere eventualmente altri sospetti nel registro degli indagati, altrimenti eventuali periti di chi venisse indagato in seguito, non potrebbero partecipare all'incidente probatorio. Ecco perché per la procura di Verbania è essenziale raccogliere eventuali altri indizi nel più breve tempo possibile. Due al momento, quindi, i fronti: l’analisi di telefonate e messaggi sui cellulari e quelle tecniche sulla cabinovia.  Perillo aveva chiesto l’incidente probatorio per mettere pressione sugli inquirenti ed evitare che eventuali indizi venissero meno col trascorrere del tempo essendo la cabinovia esposta agli agenti atmosferici. I vigili del fuoco stanno ancora cercando un modo per trasportarla in sicurezza dal luogo dell’incidente, sul Mottarone, dove è stata coperta con dei teli, in laboratorio. L’avvocato di Tadini, Perillo, si è dichiarato “molto soddisfatto dell’accoglimento dell’incidente probatorio, la guerra è lunga, ma abbiamo vinto una prima battaglia”. 

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