Confine

Bullismo, processo per un minore comasco e sette ticinesi

Cinque mesi di bullismo ai danni di un coetaneo, all'epoca 15enne. Botte e persecuzioni riprese in video e condivise con i compagni di scuola

(Ti-Press)
10 aprile 2021
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Un 17enne comasco, la scorsa settimana, è comparso davanti al giudice del Tribunale dei minori di Milano, per aver preso di mira, assieme a sette amici ticinesi, un coetaneo che frequenta una scuola di Lugano. Cinque mesi di bullismo, tra gennaio e maggio 2018, con atti persecutori, botte riprese con il telefonino e poi condivise via snapchat con i compagni di scuola. Il giovane comasco, che all'epoca dei fatti aveva 15 anni e i sette coetanei ticinesi sono accusati a vario titolo di stalking, lesioni, minacce, rapina e danneggiamento aggravato. Nell'elenco delle accuse mosse al minorenne anche il reato di ricettazione essendo stato trovato in possesso di un Rolex e di un Patek Fhilippe di provenienza sospetta e spaccio di sostanze stupefacenti, per  aver ceduto marijuana a compagni di scuola.  Mentre il giovane comasco è comparso davanti il tribunale dei minori del capoluogo lombardo, i sette ticinesi saranno giudicati dalla magistratura dei minori di Lugano. L'udienza a Milano è stata aggiornata a dicembre. In questi mesi il minorenne comasco, su richiesta del difensore avvocato Ferruccio Felice di Campione d'Italia sarà sottoposto ad accertamenti psicologici per verificare la possibilità di procedere alla messa in prova, evitando in questo modo la condanna. Gli atti contestati al gruppo sono stati compiuti tra Lugano e Como. Innanzitutto, insulti, minacce, botte e derisioni in pubblico. Nell'aprile 2018 la giovane vittima è stata rapinata della catenina d'oro che aveva al collo. Inoltre, gli otto minori sono accusati di aver più volte sporcato, rovinato e distrutto gli abiti. A fine maggio la decisione di raccontare ai genitori l'incubo durato cinque mesi. Genitori che hanno denunciato i fatti sia ai carabinieri di Como che alla polizia cantonale che hanno attivato due procedimenti penali. Uno in Ticino a carico di sette ragazzi residenti tra Lugano e Chiasso, l'altro in Italia nei confronti del giovane comasco.

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