Confine

E a Lavena Ponte Tresa spuntano cartelli 'Aprite le dogane'

La richiesta sulle vetrine degli esercizi pubblici. L'iniziativa arriva dai commercianti locali e riflette la crisi economica dovuta alla pandemia

I commercianti soffrono
(TI-PRESS)
26 febbraio 2021
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'Aprite le dogane!''. Sta scritto su cartelli che in questi giorni sono apparsi nella maggior parte delle vetrine di bar, negozi e ristoranti di Lavena Ponte Tresa. Cartelli simboleggianti due mani che si stringono, l’una coi colori dell’Italia e l’altra rossocrociata. È un'iniziativa nata da un gruppo di commercianti del paese, condivisa attraverso la pagina Facebook Wonderful Ponte Tresa – Shopping Village: ''Sta nascendo un movimento, facciamo sentire la voce delle zone di confine. Invitiamo tutti i commercianti, artigiani e operatori della zona di confine a far sentire la propria voce. La crisi economica legata alla pandemia da Covid 19 ha colpito tutti duramente ma qui, sul confine, sembra essere ancora più drammatica". 

Piccoli negozi, la maggior parte a gestione familiare, contano sui ticinesi 

"Paesi che da sempre vivono e si sostentano grazie al continuo e reciproco scambio di beni, persone e servizi fra Italia e Svizzera. Quale valore abbia questo scambio nella vita economica di queste zone lo si capisce bene con una semplice fotografia, appunto, di Lavena Ponte Tresa. Non solo grandi negozi, che pure danno lavoro a decine di persone, ma tanti piccoli negozi e attività a gestione familiare che contano per oltre il 90% del loro fatturato sulla clientela ticinese o svizzero tedesca''. Le dogane chiuse qui significano una sola cosa: il rischio totale di fallimento per tanti di loro. Il primo lockdown del 2020, quello primaverile, era terminato per tutt’Italia ai primi di maggio. Ma non qui. Qui si è potuto festeggiare solo a metà giugno, con la riapertura delle dogane e il ritorno, finalmente, dei clienti abituali. Non tre mesi di mancati incassi dunque, ma cinque. ''Ora la situazione si ripete. Tecnicamente le attività sono di nuovo aperte da settimane, da quando cioè la Lombardia non è più zona rossa" - sostengono i promotori dell'iniziativa 'Aprite le dogane!'. "Ma con i confini chiusi qui non è cambiato nulla. È come continuare a essere in lockdown, con la differenza che 'sulla carta' si è aperti e quindi operativi. Ma senza clientela''. Quella che non valica il confine. Tema non nuovo sul quale il presidente dell'Associazione italiana comuni italiani, nonché sindaco di Lavena Ponte Tresa, Massimo Mastromarino, ha chiesto un intervento del ministro Giancarlo Giorgetti, varesino che ben conosce le realtà della fascia di frontiera.

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