Confine

Lavena Ponte Tresa, in manette il comandante di polizia

È agli arresti domiciliari assieme ad altre quattro persone, tutti accusati di corruzione. Avrebbe chiuso gli occhi su irregolarità in cambio di favori

8 settembre 2020
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È stato fermato dalle forze dell'ordine proprio colui che è chiamato a tutelare la legge. Stiamo parlando del comandante della polizia locale di Lavena Ponte Tresa (Va). La misura cautelare degli arresti domiciliari è stata ordinata dall’ufficio del Giudice delle indagini preliminari (Gip) del Tribunale di Varese ed è stata eseguita dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Luino. Lo stesso Gip ha ordinato l’applicazione dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per altre quattro persone per il reato di corruzione. Le attività investigative, svolte mediante l’acquisizione di documentazione amministrativa e contabile tipiche della polizia economico-finanziaria, indagini tecniche, appostamenti e pedinamenti, hanno permesso di porre fine a ipotesi corruttive che duravano da anni. 

Il capo soprannominato il 'mangione'

Secondo l'accusa, il pubblico ufficiale avrebbe sfruttato il ruolo ricoperto come una posizione di potere in favore di commercianti e ambulanti, nei confronti dei quali veniva, a seconda dei casi, omesso di contestare diverse violazioni, incassando solo una parte delle infrazioni contestate, in cambio di beni materiali e di consumo ceduti gratuitamente. Il pubblico funzionario infedele, in particolare, si sarebbe prestato a piegare la propria funzione al servizio di commercianti di etnia straniera, per i quali era diventato un vero e proprio punto di riferimento anche per il disbrigo di pratiche amministrative, organizzando riunioni nel proprio ufficio e ricevendo in cambio la sistematica somministrazione di pasti gratuiti sino a venire soprannominato con l’appellativo “il mangione”. 

Controlli meno rigidi al mercato

Lo stesso, inoltre, in occasione del mercato settimanale, si sarebbe prestato a controlli meno rigidi nei confronti degli ambulanti a lui “vicini”, omettendo di rilevare diverse irregolarità nell’occupazione delle aree pubbliche in cambio di prodotti commercializzati dagli stessi commercianti, dal prelievo in maniera sistematica di interi borsoni di prodotti alimentari senza pagare nulla, sino a vacanze gratis all’estero, effettuando controlli più rigorosi nei confronti di ambulanti che non si prestavano a tali comportamenti di favore.

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